FolkClub, Torino: ven 24 Alejandro Escovedo arriva con i Don Antonio.

FolkClub, Torino: ven 24 Alejandro Escovedo arriva con i Don Antonio.

Alejandro Escovedo: il songwriter texano, figlio di migranti messicani, torna in Italia dopo 6 anni con un nuovo album, Burn something beautiful, che rivisita con sangue, classe e passione le sue avventure rock e lo fa insieme ai Sacri Cuori, nel nuovo progetto che il band-leader Antonio Gramentieri sembra aver studiato apposta per onorare al meglio Escovedo, i Don Antonio.

Adfarmchicas per FolkClub

annuncia:

FolkClub, Torino - XXIX Stagione

Venerdi’ 24 marzo 2017, ore 21.30

Buscadero Nights 

presenta: 

Alejandro Escovedo (Usa)

Il folksinger preferito dal Boss accompagnato da una band d’eccezione 

Concerto straordinario 

Ingresso: 20.00 €   Minori di 30 anni: 10.00 €

Esistono vite maledette e vite maledettamente vere. I sessantasei anni di Alejandro Escovedo appartengono a entrambe le categorie, ma si portano dietro un’altra sublime maledizione eterna, quella di scrivere canzoni folgoranti. Il songwriter texano, figlio di migranti messicani, torna in Italia dopo 6 anni con un nuovo album che rivisita con sangue, classe e passione le sue avventure rock e lo fa insieme ad una delle più vivide realtà della musica italiana, i Sacri Cuori, nel nuovo progetto che il band-leader Antonio Gramentieri sembra aver studiato apposta per onorare al meglio Escovedo, i Don Antonio. Folk-rock, blues, psichedelia e suoni vintage oggi possono interpretare a meraviglia uno dei personaggi più influenti e amati negli States dagli addetti ai lavori e dai colleghi.

C’è un punto musicale battuto dal vento dei riff di chitarre distorte, dal tuono del rullante e dai lampi del violino elettrico dove si incontrano il rock’n’roll, il punk, il country e le folk ballad: è il territorio dove Alejandro Escovedo domina e spadroneggia e anche un Boss come Springsteen gli rende omaggio. Escovedo è refrattario a qualunque forma di barriera musicale, nel suo territorio la musica è una sola: una soave ballad suonata alla acustica è sorella e compagna di un punk rock elettrico e mozzafiato.  La sua voce risoluta e la sua personalità unica riuniscono ognuno dei generi da lui amati e praticati sotto un marchio stilistico inconfondibile, che risplende al meglio dal vivo; è il palco, la dimensione live, infatti, quella in cui Alejandro si esprime ai massimi livelli.

Al FolkClub, Alejandro Escovedo (voce e chitarre) è accompagnato da Don Antonio (chitarre), Denis Valentini (basso), Matteo Monti (batteria) e Franz Valtieri (sax, electronics).

Cresciuto in Texas in una famiglia di musicisti immigrati dal Messico (i suoi fratelli Pete e Coke erano percussionisti nella Band di Santana, e Sheila E è la figlia di Pete), la sua carriera è stata in lenta e inesorabile ascesa da quando nel 1992, dopo aver fatto parte di numerose band ed essersi fatto le ossa sui palchi degli Stati Uniti percorsi in lungo e in largo, ha deciso di fare il grande salto e di registrare il suo primo disco solista, Gravity. In quel periodo Alejandro è attivo sulla scena musicale di Austin, dove ha l’occasione di conoscere e lavorare con grandi personaggi come Townes Van Zandt, Billy Joe Shaver, i fratelli Jimmy e Stevie Ray Vaughan, Stephen Bruton. E’ proprio quest’ultimo a credere nel talento di Escovedo e a produrre i suoi primi tre dischi. Nel 2003 è in tour per presentare il suo sesto disco By the hand of the father, quando la sua vita è messa in grave pericolo da una grave forma di epatite C. Le cure sono costosissime e Alejandro si trova nell’immediato bisogno di una grossa somma di denaro per poter combattere il suo male. E’ in questo frangente drammatico che ottiene un riconoscimento che pochissimi artisti possono vantare in vita: un doppio CD-tributo, intitolato Por vida, nel quale tantissimi colleghi presentano una sua cover per raccogliere fondi per le sue cure. Il cast è davvero stellare e offre un’idea di quanto Alejandro sia apprezzato dagli altri musicisti: i fratelli Pete e Javier e la nipote Sheila E., ovviamente, e poi Calexico, Steve Earle, Lucinda Williams, Howe Gelb, Ian Hunter and the Jayhawks, Cowboy Junkies, Vic Chessnut, Charlie Sexton, Charlie Musselwhite, Ian McLagan, John Cale. Ed è proprio quest’ultimo a produrre l’album con cui Alejandro fa il suo trionfale rientro sulle scene nel 2006, The Boxing Mirror. E’ invece il grande Tony Visconti (produttore e collaboratore per lunghi anni di David Bowie, oltre che di T Rex, Gentle Giant, Morrisey, Stranglers e tanti altri) a produrre Real animal (2008) e Street song of love (2010), il decimo album della sua carriera. Fondatore e affondatore di gruppi glitter punk come Nuns e Rank and File, il suo esordio-capolavoro Gravity festeggia quest’anno 25 anni.

La produzione del nuovo album 'Burn something beautiful' è stata affidata ad uno dei suoi tanti fan, Peter Buck dei R.E.M. che ha dichiarato di aver realizzato il sogno di arrangiare e scrivere insieme a lui. Così in passato hanno fatto, tra gli altri, Bruce Springsteen e Ian Hunter, mentre è lunghissima la lista degli artisti che hanno interpretato le sue street songs d’amore e di lotta, quasi sempre autobiografiche. 

Solo quattro date italiane per il tour europeo dell’asso d’oltreoceano; la prima è proprio la data sul nostro palco. A sei anni di distanza dal suo memorabile, indimenticabile, intensissimo concerto a Maison Musique, questa è un’occasione assolutamente da non perdere per riascoltare una voce poetica e sofferta, capolavori come Falling in love again e Down in the bowery e per chi crede ancora che il rock, quando è autentico e feroce, possa salvare la vita. Anche quelle disperate. 

Un’altra perla di questa XXIX stagione… imperdibile!  

FolkClub: 

Via Perrone 3 bis, 10122 Torino 

tel 0115712791 - http://www.folkclub.it/

 

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