Greg Brown è una delle voci più belle del songwriting americano al FolkClub di Torino
Buscadero Nights
presenta:
30 gennaio 2015
GREG BROWN (USA)
L'ingresso al FolkClub è strettamente riservato ai soci, clicca qui per diventarlo
ore 21:30
Ingresso: 20.00 € / Minori di 30 anni: 10.00 €
Uno dei più grandi folksinger in circolazione
Greg Brown è una delle voci più belle del songwriting americano ed è considerato insieme a Bob Dylan e John Prine “uno dei tre più grandi storyteller del Midwest”. In Italia è arrivato soltanto due volte, la prima nel 1993 e poi quindici anni dopo accompagnato dal fido chitarrista (nonché genero) Bo Ramsey. Protagonista di una carriera quarantennale Greg Brown è uno di quei cantautori che riesce a riunire i ruoli del folksinger, del bluesman e del beatnik con una strumentazione scarna ed essenziale e una manciata di canzoni di grande spessore, senza dimenticare la sua particolarissima voce calda e profonda.
Sua madre suonava la chitarra elettrica, suo nonno il banjo, la nonna scriveva poesie e il padre era un predicatore. Greg è cresciuto circondato dai libri e dalla musica. Gospel, inni, musica classica, hillbilly, il primo rock’n’roll, il country e il blues, tutti cucinati a fuoco lento. Greg inizia prestissimo a studiare canto e pianoforte e la madre gli insegna i primi accordi sulla chitarra. A 18 anni arriva primo a un concorso che gli permette di aprire il concerto di Eric Andersen a Iowa City e poco dopo parte alla volta di New York per realizzare il suo sogno di cantautore trovando subito un lavoro nel Village dove guida le Hootenanny alla Gerdes Folk City. Si sposta poi a Portland, Los Angeles e Las Vegas per tornare infine nel suo Iowa dopo il lungo tour con la trasmissione radiofonica nazionale Praire Home Companion che finalmente lo introduce al grande pubblico. Nel 1983 fonda insieme a Bob Feldman la mitica Red House Records, etichetta discografica di culto con cui pubblica ben 27 dischi.
Greg Brown in poco tempo diventa un personaggio ricercatissimo tra gli addetti ai lavori e viene coccolato dalla critica di tutto il mondo. Qualcuno sostiene che Bruce Springsteen lo avrebbe voluto come produttore per The Ghost Of Tom Joad. Tra i suoi episodi discografici da segnalare ci sono sicuramente Milk of the Moon, Covenant, Dream Cafè, The Poet Game, Friend of Mine, registrato insieme all’amico Bill Morrisey, Further in e Going Driftless, album tributo a lui dedicato con la partecipazione di tutti i più bei nomi femminili del folk blues contemporaneo, da Ani Di Franco a Lucinda Williams. Negli anni ha maturato prestigiosi riconoscimenti (numerose le nomination ai Grammy Awards) che lo hanno reso una figura di spicco della scena più genuinamente “roots” americana.
Sempre uguale a se stesso eppure sempre diverso, Brown è il cantore di un realistico e duro romanticismo, un umore sardonico ma non cinico, una nostalgica tristezza e, soprattutto una grande onestà nell’osservare e raccontare l’America di oggi con le sue contraddizioni. Sposato con la cantante country Iris DeMent, ha tre figlie e la maggiore, Pieta Brown, sta seguendo le orme del padre e negli ultimi anni ha collaborato a lungo con il marito, Bo Ramsey, e con Mark Knopfler.
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