Heroes - Bowie - Sukita: alla Wall of Sound Gallery le fotografie a David Bowie di Masayoshi Sukita
Da Wall Of Sound Gallery le storiche fotografie di David Bowie realizzate da Masayoshi Sukita - Una collaborazione unica, durata 40 anni, tra il camaleonte del rock e uno dei più raffinati fotografi. Da Ziggy Stardust al Duca Bianco, passando per le copertine di dischi storici come Heroes, Tin Machine e The Next Day.
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presenta:
Heroes - Bowie - Sukita
Da Wall Of Sound Gallery le storiche fotografie di David Bowie realizzate da Masayoshi Sukita
4 settembre - 9 ottobre 2016
Wall Of Sound gallery
Via Gastaldi, 4 12051 Alba (CN)
Ingresso libero
Inaugurazione mostra in galleria - Domenica 4 settembre 2016, ore 15:00
Masayoshi Sukita sarà presente per firmare copie del catalogo Heroes.Bowie.Sukita, edito da Wall Of Sound Gallery.
Incontro-proiezione con Masayoshi Sukita e Guido Harari
Nuova Sala Beppe Fenoglio, Alba
Domenica 4 settembre 2016, ore 17:30
Ingresso libero
Mostra in collaborazione con Ono Arte Contemporanea, Bologna.
Mi è davvero difficile accettare l’idea che Sukita-san mi abbia fotografato per tutti questi anni fin dal 1972, ma è proprio così. Sospetto che sia perché, ogni volta che mi ha chiesto di posare per lui, con gli occhi della mente ho sempre visto quest’uomo dolce, creativo e dal cuore grande, capace di trasformare dei servizi fotografici potenzialmente noiosi in piccoli eventi così rilassati e indolori. Possa egli scattare in eterno.
- David Bowie.
Nel 1972 Masayoshi Sukita ha trovato la sua musa ideale in David Bowie. In 40 anni di amicizia e collaborazione, hanno attraversato insieme cambi d’identità e di look che hanno segnato più di un’epoca, da Ziggy Stardust al Duca Bianco, per arrivare nel 1977 all’immagine più iconica di Bowie: quella della copertina dell’album Heroes. Una fotografia che è diventata un tatuaggio, a tal punto che l’artista l’ha riutilizzata con un brillante artificio per il suo ritorno a sorpresa nel 2013 con The Next Day.
Due anni dopo Bowie ha descritto Sukita come “un artista impegnato, un artista brillante, che chiamerei Maestro”. Il fotografo, oggi quasi ottantenne, non ha mai pensato a Bowie come ad un amico o ad un soggetto fotografico. Per lui, è sempre stato semplicemente “David Bowie”.
“Ero a Londra per fotografare Marc Bolan, ma non sapevo chi fosse Bowie”, racconta Sukita. “Lo avvicinai grazie a degli amici e gli mostrai il mio portfolio. Non sapevo che musica facesse, ma avevo sentito che aveva studiato danza con Lindsay Kemp. Il suo linguaggio corporeo era straordinario e ci piaceva molto la colonna sonora del film 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Così combinammo tutti questi elementi nelle nostre foto e quel che ne venne fuori fu semplicemente iconico”.
Il segreto delle immagini di Sukita è la naturalezza con cui ha affrontato e interpretato la complessità in continuo movimento di Bowie, in particolare durante il servizio da cui fu tratta la copertina di Heroes. Sukita: “Bowie aveva prodotto il disco The Idiot di Iggy Pop e vennero insieme in Giappone per promuoverlo. Mi chiamarono per un’ora di foto ciascuno. Nessuno parlò di scattare la copertina di un disco e quindi non pensai a nulla di creativo o concettuale. Catturai Bowie al naturale, seduto, in piedi, capendo che quella era la chiave più interessante. Invece di dargli indicazioni su come posare, mi limitai a fissare la sua ‘persona’. Gli spedii i provini e un mese dopo Bowie mi fece sapere di aver scelto una di quelle fotografie per la copertina di Heroes. Più tardi fu premiata come miglior copertina dell’anno da una rivista inglese. Ne fui davvero felice ed orgoglioso”.
La mostra Heroes comprende 38 immagini, a partire da una serie di ritratti realizzati a Londra nel 1972 e a New York nel 1973, seguita da immagini dal vivo in Giappone nello stesso anno. Non mancano gli scatti iconici e diverse fotografie “alternative” del servizio di Heroes del 1977, immagini di viaggio a Kyoto, in Giappone, del 1980 e alcuni ritratti più recenti, scattati tra il 1989 e il 2002 per la promozione dell’album Heathen, compreso quello di un manichino a grandezza naturale, fatto costruire da Sukita per poter realizzare fotografie sempre nuove senza disturbare il soggetto ”originale”.
Masayoshi Sukita
Nato il 5 maggio 1938 a Nōgata Shi, nel distretto di Fukuoka, in Giappone, Masayoshi Sukita riceve in regalo dalla madre la sua prima macchina fotografica, una Rolleiflex, e le fa un ritratto. È questa, a detta sua, la sua foto più importante. Si iscrive ad una scuola di fotografia di Osaka, ma, infiammato dalla passione per la musica jazz e il rock’n’roll, trova la miglior educazione visiva nei film di Marlon Brando, James Dean ed Elvis Presley, che il giovane Sukita corre a vedere nei cinema di Nagasaki. Quando esplode la Nouvelle Vague francese, lo sguardo di Sukita si riempie delle immagini di registi come Alain Resnais. Sul fronte della fotografia lo colpiscono Dennis Stock (che ha immortalato, tra gli altri, proprio James Dean) e i pionieri del’’agenzia Magnum. Comincia quindi a lavorare come assistente del noto fotografo Shisui Tanahashi.
Nel 1961 entra a far parte della divisione fotografica della Daiko Advertising Inc. di Osaka, mentre nel 1965 si trasferisce a Tokyo dove per la Delta Monde fotografa moda e realizza filmati pubblicitari per la tv. Nel 1970 diventa freelance. Subito dopo comincia a viaggiare e visita più volte New York, attratto dalla sottocultura che ruota attorno a Andy Warhol e vede Jimi Hendrix in concerto pochi mesi prima della sua morte. Ma è Londra a cambiare il destino di Sukita quando nel 1972 conosce e fotografa Marc Bolan dei T.Rex. Un concerto di David Bowie alla Royal Festival Hall ha un impatto decisivo sul fotografo giapponese, che in meno di una settimana trova un contatto col management dell’artista. Col benestare del suo fotografo personale Mick Rock, Sukita ha finalmente accesso a Ziggy/Bowie. È l’avvio di una collaborazione che durerà oltre 40 anni e produrrà diverse copertine di dischi, da Heroes a Tin Machine e The Next Day, oltre a diversi libri.
Nel 2009 alcune opere di Sukita sono incluse nella mostra "Who Shot Rock & Roll" al Brooklyn Museum. Nel 2010 pubblica il libro fotografico "Yellow Magic Orchestra by Sukita", seguito nel 2012 da "Bowie by Sukita. Speed of Life" per Genesis Publications, che copre l’intero arco della sua collaborazione con Bowie.
Tra gli altri suoi libri ricordiamo: “A Film by Jim Jarmusch: Mystery Train” (1989), “David Bowie 'KI' by Masayoshi Sukita” (1992) e “T.Rex 1972 by Sukita” (2007).
Ha esposto alla Creation Gallery G8, The Guardian Garden (2006), Tokyo Metropolitan Museum of Photography, Shibuya Parco Museum, Paul Smith Space Gallery (2012), SNAP Galleries a Londra, Inter Media Station IMS a Fukuoka (2013), Bigstep a Osaka (2014).
Sukita è tutt’ora attivo nell’ambito della fotografia pubblicitaria, della musica e del cinema.
Info:
Wall Of Sound gallery - Guido Harari, Cristina Pelissero
Via Gastaldi 4, 12051 Alba (CN)
T: 0173-362324
E: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.wallofsoundgallery.com