PARADES DE COURA 2015, report live nostro 'soggiorno musicale' al bel festival portoghese. Introduzione, primo e secondo giorno

PARADES DE COURA 2015, report live nostro 'soggiorno musicale' al bel festival portoghese. Introduzione, primo e secondo giorno

PARADES DE COURA 2015

Il nostro 'soggiorno musicale' al bel festival portoghese che, ormai giunto alla 22a edizione, si svolge ad agosto avanzato nella bella valle del Minhio, nord del Portogallo.

Purtroppo, non avendoci il festival concesso il pass photo, non potremo accompagnare il report con le nostre solite, folte gallery fotografiche. Ce ne faremo una ragione!

Data la durata del festival e il gran numero di concerti a cui abbiamo assistito, dividiamo il report in due parti.

Introduzione e Primo giorno

Il Portogallo è rock: ed è sicuramente più rock della nostra Italia. Basti pensare che il festival Primavera Sound ha scelto di fare una versione portoghese del bel festival spagnolo: a Porto, il Nos Primavera Sound. Ma prima di questo, c'era già un altro festival, sempre nel nord del paese, più precisamente nella splendida valle del Minhio, il festival Parades de Coura - dal nome del piccolo e pittoresco paese in cui viene organizzato - che ormai è alla 22a edizione!! Noi vi avevamo partecipato già una decina di anni fa, tra cui ospiti c'erano Queens of the Stone Age, nell'anno dell'uscita del bellissimo Song for the Death, e Pj Harvey. Quest'anno ci siamo tornati, invogliati anche da un programma molto, molto interessante e da un clima un po' più mite - lasciando da parte il bellissimo e 'freschino' festival inglese Eotr, a cui abbiamo partecipato nei precedenti anni. E ci siamo trovati di fronte ad un festival molto più grande ed affollato di quello che ricordavamo, ... forse un pochino troppo affollato.

L' organizzazione portoghese non è certo quella inglese, ma è un festival veramente ben fatto: bellissimo palco principale, in fondo ad una piccolo avvallamento cosicchè ci si poteva disporre in salita e vedere da qualsiasi distanza e posizione; un secondo palco più piccolo sotto un tendone, forse un po' meno accessibile in caso di tanta folla - vedi strepitosa esibizione dei Pond che, essendo collegati ai Tame Impala, hanno attirato una massa di gente; location molto bella, sulle sponde di un fiume all'interno di un parco naturale; possibilità di campeggiare gratuitamente nel parco fluviale con il biglietto del festival, sulle sponde del fiume vicino all'area concerti,  per tutta la settimana del festival; prezzi contenuti di bevande alcoliche e non, caffè e cibo! Il problema è che durante le esibizioni principali, si era sempre molto stretti per la tanta gente ed i ragazzetti, decisamente troppo esagitati, disturbavano la visione/ascolto del concerto agli altri, e facendo crown surfing in continuazione ,rischiavano di finire addosso al pubblico attento, con danni anche fisici; noi, non avendo la tenda, eravamo in strutture prefatte in una zona a parte del camping a sè, organizzata molto bene e dove stavamo benissimo, ma la folla era molta anche nel campeggio, tende ammassate e con code molto lunghe a docce e bagni. Ecco, forse questa cosa andrebbe ripensata dagli organizzatori: se il festival cresce è un bene, ma bisogna risolvere questi problemi perchè sennò diventa invivibile! 

Le scelta della line up invece ci è parsa veramente di alto livello, per lo meno per i nostri gusti: si iniziava alle 18.00, così prima ci si rilassava, e si terminava verso le 02.00 e, con due soli palchi le esibizioni, quasi tutte notevoli, si potevano vedere praticamente tutte al completo. Già il primo giorno, mercoledì - peraltro con meno gente essendo un giorno, per così dire, di 'warm up', una delle migliori esibizioni di tutto il festival: gli Slowdive ci hanno letteralmente affascinato con il loro shoegaze: classe, poesia, eleganza nelle loro sinfonie distorte in crescendo, sulla cui massa sonora si intrecciano i feedback distorti di chitarra e le voci: eterea di Rachel Goswell e profonda di Neil Halsted. Perfetti! La band di punta però erano i Tv On the Radio, decisamente più modaioli ed attuali: meno nelle nostre corde, ci hanno fatto ballare con una bella esibizione, molto rock e dance insieme: un sapiente mix di tastiere indiavolate e di chitarre rock del barbuto Dave Sitek, di funk e black music: da questo emerge la voce e la presenza dell'esagitato e scatenato Tunde Adimpe! Ovviamente folla in delirio, ragazzetti scatenati, tanto da fare preoccupare gli stessi Tunde e David Sitek! Anche gli inglesi Blood Red Shoes però meritano un accenno, con la loro esibizione: un duo voce/chitarra femminile e batteria molto interessante, hanno infiammato la platea prima dei due nomi principali della serata, con il loro rock distorto al limite del punk. Dopo un prima serata così, cosa si vuole di più?

 

 

Secondo giorno
Dopo una mattina passata nel paesino Parades de coura, adiacente al festival, a leggere e rilassarsi, il secondo giorno ' concertistico' aveva come headliner gli attesissimi - in tutti i festival europei e non direi - Tame Impala. La band chiudeva intorno alle 23 un'altra giornata di alto livello cominciata con la band loro gemella, i Pond: una sferzata di energia, allucinato,  chitarre pesanti di ispirazione  blacksabbattiana, un mix elettrizzante di psichedelia pop, glam rock e funk condotta dall'agitatissimo leader, un piccolo e scarmigliato Nick Allbrock, che Parker degli Impala sembra considerare "quasi un fratello". Ed allora ... tutti a vedere i Pond: quindi caos e ressa! Prima di loro la band madrilena, tutta al femminile, delle Hinds ha entusiasmato i primi arrivati al festival: simpatiche, trascinanti nonostante il loro garage rock, leggero e divertente e forse un po' troppo ... lo-fi. Ma il palco principale stava per offrirci una serie di esibizioni notevoli e di alto livello, tra le quali la più entusiasmante è stata sicuramente quella di Father John Misty: un grande performer, capace di tenere il palco come pochi altri; barbuto e sicuramente elegante e molto bello; bravissimo cantante ed interprete, è arrivato accompagnato da una band in grande spolvero ed ha reinterpretato le splendide canzoni dell'ultimo album 'I Love You Honeybird' in maniera perfetta, coinvolgente ed emozionante. Grande live. Dopo un'esibizione così eravamo già pienamente soddisfatti ma ci aspettavano i Tame Impala: la band è perfetta sul palco, suonano più che 'far spettacolo '; i pezzi quasi tutti tratti dall'ultimo Current, hanno una grande resa dal vivo, cullano il pubblico e lo fanno viaggiare; avvolgendo lo di sonorità dream pop si ma psichedeliche. Tutto è perfettamente controllato da Kevin Parker... non proprio un animale da palco come Joshua Tillman. Forse un tantino troppo studiato ma sicuramente di grande effetto. Peccato che un'esibizione del genere andrebbe assaporata in modo tranquillo e rilassato, facendosi trasportare dalla musica e non stretti all'inverosimile nella ressa, vigilando e con ragazzi che ti cadono addosso facendo crown surfing: speriamo proprio che l'organizzazione del festival riesca a porvi rimedio. Prima dei Tame Impala, però abbiamo assistito ad un'altra bella esibizione: una sorpresa, decisamente per noi che conoscevamo poco il musicista portoghese: The Legendary Tigerman, come one-man band o accompagnato da contrabbasso, batteria e fiati ha intrattenuto il pubblico con il suo blues sporco, che lambisce il jazz. Prima di questa tripletta di band molto, diciamo 'famose', spostatici sull'altro palco, non dimentichiamo White Fence: il progetto di Tim Presley è la versione più 'ricercata' dell'amico Ty Segall, con cui Tim ha spesso collaborato: sul palco con lui una formazione base composta da un' altra chitarra - Cate Le Bon, con cui Presley ha creato anche il progetto Drinks - basso e batteria. Il suo è un mix del rock garage a la Segall, ma affinato anche dalla psichedelia pop ispirata ai Beatles più visionari e alle bans sixties della west cost americana (da cui lui proviene). Ancora prima, ma sul palco grande una chicca per noi: il bravissimo Steve Gunn, che avevamo già visto ed apprezzato con un band base (chitarra, basso e batteria) ma che con una band in grande spolvero, come in questo festival, ha reso al massimo la sua musica e le sue canzoni a base di cavalcate di chitarre, psichedeliche lunghe ed avvolgenti. In conclusione, una seconda giornata decisamente soddisfacente, in attesa della terza che ci ha dato altre grandi soddisfazioni.

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