Pj Harvey a ToDays Festival 2017, Torino - Venerdi 25 agosto - unica data italiana
Prima ospite confermata per la terza edizione di ToDays festival e’ la regina del rock Pj Harvey, che arriva a Torino in data unica italiana con l'acclamato album “The hope six demolition project”: rock, sperimentazione, poesia, narrazione, storia e teatro si uniscono senza soluzione di continuità per l'artista britannica. il Video girato da Seamus Murphy in Afganistan
Città di Torino e ToDays Festival
sono orgogliosi di presentare:
Pj Harvey
Prima ospite confermata per la terza edizione di ToDays festival e’ la regina indiscussa del rock Pj Harvey, che arriva a torino in data unica italiana con l'acclamato album “The Hope six demolition project”: rock, sperimentazione, poesia, narrazione, storia e teatro si uniscono senza soluzione di continuità per l'artista britannica vincitrice di numerosi awards e nomination internazionali.
Con oltre 30.000 persone all’edizione 2016, torna, per la sua terza edizione ToDays festival, confermatosi come uno dei festival più raffinati della stagione, con una line up ambiziosa, capace di mescolare leggende internazionali e nuove stelle italiane.
Venerdì 25 Agosto 2017
Ingresso: Euro 25 + d.p.
Unica data italiana
+ altri artisti da annunciare
Prevendite attive a partire dalle ore 12 di Venerdì 10 Marzo
www.ticketone.it - www.vivaticket.it
ToDays il festival
Spazio 211 open air
Parco Sempione, Via Cigna 211 – Torino (It)
Apertura Porte: ore 18:00 / inizio concerti: ore 19:00
Biglietto singola giornata 25 agosto (con accesso a tutti i concerti): 25 eu + d.p.
abbonamento 2 giorni (con accesso a tutti i concerti dei 2 giorni scelti): 40 eu + d.p.
abbonamento 3 giorni (25, 26 e 27 agosto con accesso a tutti i concerti): 60 eu + d.p.
Informazioni e prevendite biglietti singoli ed abbonamenti:
Ticketone – www.ticketone.it – ph: 892 101
Vivaticket – www.vivaticket.it – ph: 892 234
e presso tutti i punti vendita autorizzati
Evento: https://www.facebook.com/TOdaysfestival
La regina indiscussa del rock arriva in Italia reduce dal successo dell'ultimo acclamato album “The Hope Six Demolition project”, uscito nel 2016 per Island Records (Universal Music).
“The Hope Six Demolition project” trae ispirazione dai numerosi viaggi intrapresi da Harvey, che, nel corso di un periodo di quattro anni, ha viaggiato tra il Kosovo, l’Afghanistan e gli Stati Uniti.
E' stato registrato alla Somerset House, il centro culturale più importante di Londra, dove Harvey, la sua band, gli ingegneri del suono e i produttori Flood e John Parish, hanno lavorato a tutte le fasi del disco in uno studio di registrazione appositamente costruito dietro ad un vetro per consentire al pubblico di osservare ciò che succedeva all’interno.
“Quando scrivo una canzone visualizzo l’intera scena – afferma PJ Harvey – Posso vedere i colori, dire l’ora del giorno, percepire lo stato d’animo, vedere il cambio di luce, le ombre in movimento, tutto è racchiuso in quella foto. Raccogliere informazioni da fonti secondarie era troppo lontano per comprendere appieno quello che stavo cercando di scrivere. Volevo annusare l’aria, sentire la terra e incontrare la gente dei paesi di cui ero affascinata”.
“The Hope Six Demolition project”, nono album della sua carriera che arriva dopo il successo di “Let England Shake” (disco vincitore del suo secondo Mercury Prize nel 2011), ha ricevuto nomination ai Grammy Awards e Q Awards, ed è stato eletto tra i migliori album 2016 da un'infinità di magazine mondiali come Mojo, Uncut, The Guardian, NME, Washington Post oltre ad aver raggiunto la vetta nelle classifiche inglesi.
Ha iniziato a scrivere le prime canzoni quando era ancora un’adolescente del Dorset, PJ Harvey. Trent’anni dopo è un’artista che di album in album ha saputo reinventarsi. Gli slogan femministi e l’ambiguità urlata in faccia a mo’ di provocazione che hanno caratterizzato i suoi esordi sono ormai un ricordo lontano. Erano gli anni 90 e Polly Jean Harvey — questo il vero nome della songwriter inglese — giocava a fare la femme fatale a colpi di rossetto rosso e look audaci. Oggi, con l’eleganza di chi non ha più bisogno di ostentare, ma ha ancora molto da dire, realizza «The Hope Six Demolition Project», che suona come una pistola puntata contro l’imperialismo, il consumismo, le ingiustizie sociali.
Nella sua lunga carriera PJ Harvey ha collaborato con numerosi dei musicisti più rilevanti degli ultimi decenni: da Thom Yorke a Nick Cave, da Tricky a Björk, da Howe Gelb ai Violent Femmes. Ha lavorato al fianco di Josh Homme (Queens of the Stone Age) nel suo celebre progetto del 2003 'Desert Sessions' e di Mark Lanegan nel suo album solista 'Bubblegum'. Ha inoltre scritto, registrato e prodotto il materiale per l’album “BeforeThe Poison” di Marianne Faithfull nel 2004.
PJ Harvey ha anche contribuito alle musiche di numerosissime colonne sonore tra cui quelle per la prestigiosa serie della Bbc “Peaky Blinders”, per il film di Julian Schnabel “Basquiat”, per 'The Cradle Will Rock' di Tim Robbins e per la serie cult 'Six Feet Under’.
Oltre alla sua attività di musicista e produttrice, Polly Jean si dedica da anni alla pittura, al disegno e alla poesia. Sue opere sono state ospitate nella rivista di Francis Ford Coppola Zoetrope.
Il suo primo libro di poesie, intitolato The Hollow of the Hand, e realizzato in collaborazione con il fotografo Seamus Murphy, è stato pubblicato da Bloomsbury UK nell’ottobre del 2015 e presentato in due serate sold out nell Royal Festival Hall del Southbank Centre.
Guarda il video di The Whell estratto da “The Hope Six Demolition project”, girato da Seamus Murphy in Afganistan, qui sotto
Sarà un concerto costruito con una drammaturgia dove interiorità, storia, rock e ricerca trovano un equilibrio perfetto. Accompagnata da una “marching” band di 9 elementi, tra i quali il fedelissimo John Parish e Mick Harvey e i nostri Alessandro “Asso” Stefana e Enrico Gabrielli. E' rock da “adulti del futuro”, che ha sostituito l’urgenza espressiva con l’attitudine senza rinunciare all’innovazione.
PJ Harvey non è solo una musicista, o una poetessa, è trionfo nel trionfo.
Mucchio
“PJ Harvey è uno di quei pochi artisti viventi a non aver mai sbagliato un disco”.
Rumore
“Polly Jean, unica vincitrice di due Mercury Music Prize, ha ormai la statura dei classici…”
Rolling Stone
“Rock per adulti del futuro…chitarre e consapevolezza politica PJ resta sempre la più fica”
Blow Up
“Una rabbia straordinaria! PJ Harvey …una delle più importanti cantastorie in circolazione parlando di guerra e conflitti senza retorica”
Rockerilla
“Dopo aver attraversato post-punk, alt-rock, folk ed elettronica, oggi la cantautrice inglese è voce eterea e per questo lancinante delle contraddizioni e delle violenze del presente, che interroga e squarcia con domande aperte e interpretazioni dalla solennità incantata ed epica, per scuotere le coscienze”
Mojo
“Harvey once again means the world”
Uncut
“Explosive new album”
Info band: pjharvey.net/ - www.facebook.com/PJHarvey
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Info festival:
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ToDays è un progetto della Città di Torino realizzato dalla Fondazione per la Cultura Torino.