Primavera Sound di Barcellona: dopo l'annuncio dell'incredibile line-up, il report dell'edizione 2015 del festival!
Finalmente gli organizzatori del Primavera Sound di Barcellona hanno rivelato la line-up del festival di quest'anno, sempre incredibile, completa piena di grandi nomi e band molto famose (Raidiohead, LCD Sound System, Tame Impala, Sigur Ros, Pj Harvey), ma anche di band più di nicchia, poco conosciute ma di qualità, di chicche per appassionati (Brian Wilson perf. Pet Sounds, Mbongwana Star, Psychic Tv, A.R.Kane, The Chills ... ) come di artistii, nuovi e non, i cui album hanno ottenuto vari riconoscimenti in tutto il mondo (Julia Holter, Algiers, Kamasi Washington, Royal Headache ...). Il festival quest'anno si terrà dal 1 al 5 giugno, principalmente al Parc del Forum ma con parecchi concerti in centro città, gratuiti per tutti, in particolare nel Raval. Il Festival di Barcellona non si smentisce neanche quest'anno!!
Ripubblichiamo, quindi, il breve report che avevamo realizzato dopo l'edizione 2015, a cui abbiamo partecipato, come da tanti anni a questa parte.
L'edizione di quest'anno - il 2015 - del Primavera Sound Festival di Barcellona, almeno sulla carta, sembrava un po' sottotono ed invece per noi si è rivelata bellissima. L'organizzazione sempre più impeccabile ha evitato le code eccessive, sia per entrare nell'area del festival che per assistere ai concerti nei club - almeno arrivando in anticipo! Noi siamo riusciti a vedere piuttosto bene quasi tutti i concerti, anche sui palchi grandi: certo, abbiamo evitato accuratamente le esibizioni di maggior richiamo come The Strokes, Interpol, Patty Smith all'Auditorium (per accedervi si doveva andare parecchio prima all'orario di inizio del concerto), Belle & Sebastian, concentrandoci su band più piccole e di nicchia. Citiamo solo alcuni dei concerti a cui abbiamo assistito, quelli che ci hanno colpito di più: il programma prevede più o meno 150 concerti nella settimana del festival, non solo nel Forum ma anche nella città di Barcellona, quindi bisogna scegliere! Purtroppo per sovrapposizioni di orari ci siamo persi quasi tutto il concerto dei tanto attesi Replacement - che, ci è stato riferito, sono stati grandissimi - ma abbiamo assistito alle esibizioni delle Sleater Kinney, che hanno polverizzato tutte le altre band con una carica ed una grinta veramente insuperabile, insieme ad una classe non indifferente. Chitarre, chitarre e chitarre quest'anno: anche i Ride hanno fatto un signor concerto, che oltrettutto si sentiva bene, nonostante il palco su cui si esibivano abbia avuto, secondo noi, dei problemi di audio. Per esempio il concerto dei the Black Keys è stato sicuramente penalizzato da questo: nonostante Dan Auerbach si sia dimostrato un grande performer e non si risparmiasse, reinterpretando i brani in maniera molto personale e con grande partecipazione, il pubblico che continuava a parlare si sentiva per il volume basso del palco!! Speriamo che l'organizzazione migliori questo palco, uno dei due più grandi del festival! Anche i Foxygen, che si sono presentati sul palco in tantissimi e che hanno diviso il pubblico con la loro esibizione assurda, estroversa, scatenata, pop psiche delico pieno di tastiere anni '70, sono stati però penalizzati dall'audio basso e 'senza botta', diciamo, di questo palco; capitanati dal pazzoide Sam France che correva come un pazzo, scendeva e saliva dal palco e nel frattempo ... riusciva a cantare con criterio, ci hanno egalato uno degli show sicuramente più assurdi e particolari di questa edizione. Per noi grandissimi e di gran classe sono stati, come sempre, gli Spiritualized, band di Jason Pearce che passa dallo space rock, al soul, alle ballate toccanti ed insieme potenti, con grandissima naturalezza: li vedremmo anche una una volta l'anno, con piacere. Tra le band più di nicchia, un grande live è stato quello dei tiratissimi Disappears, che hanno suonato intorno alle 18 sul palco palco Ray-ban: anche a causa dell'orario c'era poca gente e quindi ci siamo potuto godere a pieno della loro musica tesa, secca e diretta. Come non citare ancora il grande Toni Allen, batterista incredibile che, nell' Auditorium, accompaganto da una band superlativa, ci ha suonato il suo ultimo bellissimo album, afrobeat ma no solo, E poi ancora, altro genere ma sempre all'Auditorium, Sun Kil Moon, ovvero Mark Kozelek con una band tra cui, alla chitarra, Neil Halsted degli Slowdive: in questo caso piuttosto di buon umore, Kozelek ci ha presento le canzoni del suo album Benji, quasi uno spoken-word, filastrocche su una base di chitarra e batteria semplice e ripetitiva, molto coinvolgenti e toccanti. Energiche le esibizioni - quella al Parc del Forum e quella all' Apollo come concerto di chiusura, la domenica sera - dei Thee Oh Sees ed il loro garage rock indiavolato; nella nuova formazione - ovvero senza la fanciulla Brigid Dawson, ma con due batterie - con una ritmica scatenata, ripetitiva e psichedelica come solo loro sanno fare, si sono scatenati, tiratisimi ed hanno creato il caos nel pubblico che ballava, pogava e saltava! Ci ha sorpreso il concerto degli Omd (Orchestral Manoeuvres in the Dark), che hanno inaugurato il festival il mercoledì sera, in un concerto gratuito, per tutti, al Park del Forum. Andy McCluskey, in piena forma, ed i compagni inglesi hanno snocciolato i loro brani più conosciuti, tra cui la strafamosa Enola Gay, con grande eleganza; un concerto divertente e trascinante, anche per quelli a cui i sintetizzatori anni '80 non hanno mai fatti impazzire: dei signori. Tra le band più di nicchia, non potevamo perderci gli Earth di Dylan Carlson, con le loro ballate lentissime, profonde ed estranianti e subito dopo gli Earthless ed il loro stoner rock psichedelico, ispirati da Black Sabbath e Led Zeppelin, ma con rimandi krauthrock. Tanti gli esponenti dell'elettronica presenti al festival, tutti di grande prestigio: purtroppo non siamo riusciti a seguirne quasi nessuno, dati anche gli orari tardi in cui si esibivano: di sicuro ci è piaciuto molto Jon Hopkins, con un live di classe e molto elegante che si è esibito con delle ballerine oltre ai classici video.
Interessante anche il programma del Primavera Pro al Macba di Barcellona, in cui quest'anno siamo riusciti a fare delle brevi presenze: Omd e Steve Albini che, ovviamente, con le sue affermazioni, è riuscito a creare qualche polemica. Ringraziamo ancora Sfera Cubica per l'appoggio datoci prima e durante il festival.