Spazio211, Torino - ad aprile 2017 i Gazebo Penguins + Sdeghede
TOdays festival presenta i Gazebo Penguins a Spazio 211, Torino venerdì 21 Aprile 2017; in apertura gli Sdeghede. Il 3 marzo 2017 uscirà in formato cd ed lp per To Lose La Track, il nuovo lavoro in studio dei Gazebo Penguins, "Nebbia".
ToDays festival
è lieto di presentare:
Gazebo Penguins
opening: Sdeghede
Il 3 marzo 2017 uscirà in formato cd ed lp per To Lose La Track, con distribuzione Audioglobe, il nuovo lavoro in studio dei Gazebo Penguins, "Nebbia". Dopo Raudo, i quattro che si dividono tra Correggio e Zocca, tornano con un album maturo che sposta ulteriormente in avanti i confini del loro percorso musicale.
Apertura porte: 21:29
Ticket € 10 + DP
Prevendite attive > http://toptix1.mioticket.it/Spazio211/
Evento facebook: https://www.facebook.com/events/1111555255621844/
Venerdì 21 Aprile 2017
Spazio 211 via Cigna 211, Torin
Esce il 03 marzo 2017 “Nebbia”, il nuovo album dei Gazebo Penguins (To Lose La Track / AudioGlobe)
Il 3 marzo 2017 uscirà in formato cd ed lp per To Lose La Track, con distribuzione Audioglobe, il nuovo lavoro in studio dei gazebo penguins, NEBBIA. Dopo Raudo, i quattro che si dividono tra Correggio e Zocca, tornano con un album maturo che sposta ulteriormente in avanti i confini del loro percorso musicale.
Nebbia potrebbe essere inteso come una riflessione lunga nove canzoni che gira attorno ad una domanda: se tutti gli altri sparissero, si potrebbe cancellare la sofferenza?
Quanto dipende il nostro star bene dalle altre persone? E quante sono le persone che davvero valgono? Possiamo fare a meno di tutto? Spiegato meglio: ha senso parlare di benessere (in senso quanto più ampio possibile) senza relazione? Quanto serve soffrire? Quanto è utile? E quanto dipende il nostro star male dagli altri? Quante volte possiamo ricominciare una storia?
Me e gli altri. Qualsiasi cosa facciamo, per chi la facciamo? Quanto, di quello che facciamo, lo facciamo esclusivamente per noi? E non per ricevere approvazione, conferme, credito?
“Ciò che conta è il processo, non il prodotto”, è una frase attribuita a Duchamp.
Fare un disco è, già di per sé, una risposta che ti dai. Ma ogni disco è una risposta, ma anche una domanda. La prima sua richiesta – intrinseca – è quella di venire ascoltato. Ma in NEBBIA ne sopraggiungono sempre altre, una domanda dopo l’altra, fino a che la risposta non diventa più necessaria, e resta solo l’interrogazione, sospesa, per far sì che ci si possa riempire di questo stand by della comunicazione, questa assenza del proprio io che cerca sempre di rispondere, di parlare, di riempire lo spazio bianco, il vuoto.
Ci sono immagini e parole che ritornano lungo tutte canzoni, come la ricerca di un mantra che riesca a regalare un po’ di pace, un attimo di tregua.
C’è questa ipotesi assurda da cui si dipanano le storie: vediamo ogni cosa perché la luce la colpisce, e il suo riflesso arriva ai nostri occhi sotto forma di radiazioni luminose. Ma se fossimo capaci di voltarci e aprire gli occhi un infinitesimo più rapidi della velocità della luce, prima che il tutto che ci sta attorno arrivi ai nostri occhi, come sarebbe il mondo? Di che colore saresti tu? Cosa vedremmo? Riusciremmo forse a far scomparire ogni cosa? E se sì, quando vorremmo farlo? Quando vorremmo che tutto sparisse? Eh?
I Gazebo Penguins sono sempre stati in 3, e ora sono in 4.
Hanno fatto uscire due dischi (Legna 2011 e Raudo 2013) che sono stati suonati in più di 250 concerti per tutta Italia. Si dividono tra Correggio e Zocca, e Nebbia è il loro ultimo lavoro.
Sono sempre stati definiti emo core o post hard core, ma con questo disco stanno spostando i confini del loro genere verso nuove province musicali.
Continuano a fare musica perché pensano sia una cosa che gli viene bene, ma soprattutto li fa stare bene. E vorrebbero farlo per tutta la vita.
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