FolkClub, Torino: ven 9 dicembre Radio Dervish presentano Winter Session

FolkClub, Torino: ven 9 dicembre Radio Dervish presentano Winter Session

Radio Dervish presentano Winter Session al Folk Club di Torino. Radiodervish. Winter Sessions è un'appuntamento speciale, dove i Radiodervish propongono, affiancati ai loro classici, diversi brani del repertorio che raramente eseguono nei live. La band attingerà allo scrigno più segreto, dai loro esordi con la formazione Al Darawish fino ad arrivare ai nostri giorni.

Folk Club
presenta:

Venerdi’ 9 dicembre, ore 21.30


Radio Dervish
presentano Winter Session


Ingresso: 18.00 €   Minori di 30 anni: 9.00 €

L’inverno è una stagione che favorisce uno sguardo riflessivo sul lato più profondo e più in penombra di se stessi. Radiodervish. Winter Sessions è un'appuntamento speciale, dove i Radiodervish propongono, affiancati ai loro classici, diversi brani del repertorio che raramente eseguono nei live. La band attingerà allo scrigno più segreto, dai loro esordi con la formazione Al Darawish fino ad arrivare ai nostri giorni. Una proposta intima, come stare vicino al camino mentre fuori domina la fredda stagione.

I Radiodervish sono il gruppo che più di ogni altro ha definito appieno una poetica e una visione del mondo schierata dalla parte di un’Italia ponte tra Europa e Mediterraneo. Nati in Puglia nel 1997 dal sodalizio artistico tra Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, i Radiodervish cantano di uomini e donne appartenenti a spazi, culture e tempi differenti, alla ricerca di varchi e passaggi tra Oriente e Occidente. Ne è nato un originale cantautorato, che i Radiodervish amano chiamare Cantautorato Mediterraneo, che trova le sue origini e i suoi riferimenti nelle varie tradizioni raffinate e popolari del mediterraneo. Grande importanza viene data all’incontro tra mondi sonori differenti e ai testi colti e declinati in lingue diverse. In 15 anni di attività, lavorando sempre in stretta collaborazione con il talento musicale Alessandro Pipino, i Radiodervish hanno pubblicato 11 dischi e hanno collaborato con numerosi artisti tra i quali, Franco Battiato, Giovanni Lindo Ferretti, Orchestra Araba di Nazareth, Jovanotti, Stewart Copeland, Caparezza, Noa, Nicola Piovani, Giuseppe Battiston, Carlo Lucarelli, Teresa Ludovico,Valter Malosti.

I Radiodervish sono stati ospiti dei più importanti palcoscenici italiani ed internazionali: Beirut, Bruxelles, Gerusalemme, Valencia, Atene, Quito, Betlemme, Tel Aviv, Amman, Théatre de l’Olympia di Parigi, Opera House del Cairo, Festival Carthage in Tunisia. Il loro primo album Lingua contro lingua (1998) viene prodotto da Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni. Con Centro del mundo (2001), prodotto da Roberto Vernetti, la band pugliese affina sempre più la ricerca musicale e poetica intorno ad un immaginario che allude a quella umanità multiculturale, nomade e sradicata che affolla oggi le grandi città italiane ed europee. Successivamente, i Radiodervish, realizzano un progetto basato sui versi del mistico persiano Rumi, consegnato all’album In search of Simurgh (2004), prodotto da Saro Cosentino e distribuito anche in Giappone, Cina, Taiwan e Corea. Le melodie, i personaggi e le vicende narrate nel disco si intrecciano ad Ali di Polvere, scritto di Teresa Ludovico, dando vita ad uno spettacolo teatrale dal titolo In Search of Simurgh, suite orientale in cui le canzoni e le musiche dei Radiodervish sono accompagnate in scena dalle letture di Teresa. Nel 2006 una tourneé teatrale insieme all’attore Giuseppe Battiston, un tributo a Domenico Modugno e un lavoro video con Franco Battiato caratterizzano una fase di lavoro molto densa e ricca di nuovi stimoli creativi, documentata in Amara terra mia, Cd più Dvd di grande fascino. E’ del 2007 la pubblicazione de L’immagine di te, disco di canzoni inedite prodotto da Franco Battiato, che porta a compimento una vera e propria svolta pop, consolidando la collaborazione con l’etichetta di Domenico Procacci. Tra il 2008 e il 2009 i Radiodervish sono impegnati in una serie di produzioni speciali, sempre accompagnati da Alessandro Pipino, su alcuni dei più importanti palcoscenici italiani, con attori come Valter Malosti nello spettacolo Con le radici al Cielo o con scrittori come Carlo Lucarelli in Note sull’Ottava Vibrazione. Inoltre, la formazione è impegnata ne Le Porte dell’Occidente, progetto di residenza teatrale che si svolge nel castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari. L’attività dei Radiodervish ha trasformato il castello in un contenitore culturale, luogo privilegiato di incontro e dialogo fra linguaggi e culture. La pubblicazione di Beyond the Sea (2009) con la produzione artistica di Saro Cosentino, sancisce la maturità musicale dei Radiodervish: una nuova fase di quella Babilonia dell’anima dalla quale i Radiodervish provengono e alla quale continuamente si riferiscono. 
Nel 2010 pubblicano Bandervish, loro ottavo album, disco nel quale i suoni delle processioni pugliesi si mescolano con i canti sufi nelle strade di Gerusalemme e di Beirut. Dodici tracce, arrangiate da Livio Minafra (premio Top Jazz 2008 come nuovo talento), nelle quali le inconfondibili melodie dei Radiodervish si mescolano alle sonorità tradizionali della Banda di Sannicandro di Bari, trasformandosi in una sorprendente miscellanea di suoni che, a partire dalle feste patronali della Puglia, rimbalza nel Mediterraneo da oriente a occidente con citazioni da Ennio Morricone e Oum Kaltoum. 
Nel 2012 esce, prima con Xl di Repubblica e poi con Sony Music, la prima compilation del gruppo Dal pesce alla luna. Canzoni 1998-2012 che, oltre a ripercorrere alcune tappe fondamentali del repertorio dei Radiodervish, contiene un brano inedito che anticipa l’uscita del nuovo disco nel 2013. Nella compilation è anche presente un inedito duetto con la cantante israeliana Noa sul brano Centro del mundo. 
Nel febbraio 2013 viene infatti pubblicato il loro nono album, intitolato Human. Il nuovo lavoro raccoglie 10 brani inediti che raccontano storie, pensieri ed emozioni ispirate a quest’epoca di crisi e quindi di grande opportunità. Human perché l’obiettivo dichiarato è diventare pienamente umani e oggi si sente forte il bisogno di una dimensione più umana, persa nel vortice delle logiche che ignorano l’umana dimensione del qui ed ora. I Radiodervish cantano i profondi cambiamenti delle nostre vite sia nella loro prospettiva privata che collettiva. Lo stile dell’album è intimo e caldo ma esplode in improvvise cavalcate ritmiche. L’universo sonoro si muove dall’acustico delle chitarre e degli strumenti etnici mediterranei fino agli eleganti inserti meditativi dell’elettronica. La pluralità delle lingue del canto che spazia dall’italiano all’arabo passando per l’inglese e il francese, costituisce la cifra dei Radiodervish e, insieme all’originale stile melodico e ritmico, proietta quest’album nell’ambito della musica d’autore del mediterraneo. Nel Maggio 2013 debutta lo spettacolo Cuore Meridiano, ‘special project’ dei Radiodervish: uno spettacolo-reading con il quale si immergono nei labirinti della memoria personale e collettiva inseguendo il contrappunto musicale dei grandi cantautori mediterranei come G. Mustaki, F. De Andrè, Idir, D. Modugno, M. Teodorakis, Fairuz, M. Khalife, F. Battiato e altri artisti che hanno ispirato il loro repertorio musicale. Il pubblico viene trasportato con le parole e con i suoni in una variopinta colonna sonora che assomiglia ad un ricco mosaico di voci, lingue e racconti desunti dai più grandi cantautori. Nell’originale performance, il duo è accompagnato dal talentuoso maestro dell’elettronica Andrea Senatore. Nell’Ottobre 2013 i Radiodervish producono, in collaborazione con l’amministrazione comunale di Nardò (Le) il nuovo spettacolo Human Live Tour, nel teatro comunale di Nardò nel quale debuttano in prima nazionale l’11 ottobre. Nel 2015 pubblicano il loro undicesimo album, Café Jerusalem. Le sue nove tracce inedite, entrando nella dimensione del café mediorientale, ci rivelano il carattere multiculturale di una città dove tradizione e modernità si confrontano. Un viaggio immaginifico che, grazie alla presenza dei racconti degli Hakawati (i cantastorie che animavano i caffè di Gerusalemme negli anni ’40 del secolo scorso), rende possibile accedere con naturalezza a dimensioni fiabesche e surreali parallele. L'eredità culturale palestinese custodita nei semplici oggetti, negli eventi e nella memoria dei personaggi viene mostrata a partire dalla scoperta dell’amore verso il diverso e dall’amara consapevolezza delle difficoltà implicite, in quanto inevitabili trasformazioni hanno mutato il percorso storico di quella terra. Gerusalemme, ancora oggi, continua ad essere al centro di un conflitto singolare, ricco di simboli che condizionano la storia e la coscienza del mondo. Canzoni e brani strumentali si alternano in un affresco impressionistico ispirato ad un testo, ambientato nella città contesa, concepito da Paola Caridi, scrittrice e giornalista che ha vissuto a Gerusalemme per più di dieci anni. Musicalmente il disco risponde alla scelta consapevole di procedere ad arrangiamenti con pochissime sovraincisioni per inseguire un suono vivo e diretto, quasi come un’orchestra che effettivamente suona in un café mediorientale. Un leggero filo narrativo fa da collante allo svolgersi dei brani. In primo piano c'è un amore quasi impossibile tra Nura, una donna palestinese, e un ebreo appena giunto nella città Tre Volte Santa, e sullo sfondo campeggia una Gerusalemme che scivola continuamente tra una dimensione storica ed una metaforica e spesso visionaria. L'ascoltatore può immaginare di stare comodamente seduto in un antico café di Gerusalemme per godere di storie che si incrociano mentre sorseggia un buon caffè speziato e si prepara ad entrare in una dimensione di tempo sospeso dove i suoni e le parole provano ad evocare i ricordi sbiaditi di un mondo che ha vissuto una travolgente trasformazione a partire dagli anni trenta del secolo scorso. L'album è stato pubblicato anche in vinile ed è stato co-prodotto dalla Regione Puglia.

Al FolkClub, per la prima volta, i Radiodervish: Nabil Salameh (voce, buzuki, percussioni), Michele Lobaccaro (chitarra, basso, voce), Alessandro Pipino (tastiere, fisarmonica, voce) e Pippo Ark D'Ambrosio (batteria, percussioni).

Folk Club
Via Perrone 3 bis – 10122 Torino –
tel 0115712791

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