Folkclub Torino - venerdì 11 ottobre Eric Andersen con Steve Addabbo
Folkclub Torino - Venerdì 11 ottobre Eric Andersen con Steve Addabbo inaugura la rassegna Buscadero Nights: tra i grandissimi del Greenwich Village, nell’Olimpo dei cantautori. Un’occasione imperdibile per ascoltare al FolkClub uno dei massimi cantautori americani del ‘900 ancora in attività. Insieme a una manciata di giganti come Joan Baez, Bob Dylan, Phil Ochs e Dave Van Ronk, Eric Andersen è uno dei mitici creatori della figura del songwriter come noi oggi la intendiamo, mattatori sui palchi dei caffè e dei piccoli teatri del Greenwich Village a New York all’inizio degli anni ’60. Sul palco con Eric, una leggenda come Steve Addabbo alla chitarra, produttore vincitore di Grammy, musicista, scrittore, ingegnere del suono e proprietario dello studio di registrazione Shelter Island Sound a New York.
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Las Chicas per Folkclub Torino
annuncia:
Venerdì 11 ottobre, ore 21.30
Inaugura la rassegna Buscadero Nights
Eric Andersen con Steve Addabbo (USA)
Eric Andersen: voce, chitarra, armonica
Steve Addabbo: chitarra
Tra i grandissimi del Greenwich Village, nell’Olimpo dei cantautori
Ingresso Intero…………25 € - Ridotto Under 30………13 € - Live Streaming……………5 €
“Un Maestro Americano. Siamo nell’olimpo dei cantautori” (New York Times)
“Eric Andersen è uno straordinario autore di ballate” (Bob Dylan)
“È uno dei più raffinati cantanti nonché cantautori, nel vero senso della parola… il più elegante tra i cantanti.” (David Fricke - Rolling Stone Magazine)
Un’occasione imperdibile per ascoltare al FolkClub uno dei massimi cantautori americani del ‘900 ancora in attività, ‘uno degli originali’, tra quelli, per dirla con le parole del poeta Allen Ginsberg, che “…tentarono di mettere la grande arte in un juke-box…”. Insieme a una manciata di giganti come Joan Baez, Bob Dylan, Phil Ochs e Dave Van Ronk, Eric Andersen è uno dei mitici creatori della figura del songwriter come noi oggi la intendiamo, mattatori sui palchi dei caffè e dei piccoli teatri del Greenwich Village a New York all’inizio degli anni ’60 ed è evidente che il primo spunto per le proteste studentesche americane del 1968 fu dato proprio da quelle canzoni. Sul palco con Eric, una leggenda come Steve Addabbo alla chitarra: produttore vincitore di Grammy, musicista, scrittore, ingegnere del suono e proprietario dello studio di registrazione Shelter Island Sound a New York, storico produttore di Susan Vega e di tutte le “Bootleg Series” di Bob Dylan.
Un’occasione da non perdere per ascoltare uno dei massimi cantautori americani del ‘900 ancora in attività, ‘uno degli originali’, tra quelli -per dirla con le parole del poeta Allen Ginsberg- che …tentarono di mettere la grande arte in un juke-box… Insieme a una manciata di giganti come Joan Baez, Bob Dylan, Phil Ochs e Dave Van Ronk, Eric Andersen è infatti uno dei veri fondatori della figura del songwriter come noi oggi la intendiamo, uno di coloro che, all’inizio degli anni Sessanta, si innamorarono delle canzoni popolari, tradizionali americane; canzoni che avevano anche un centinaio d’anni sulle spalle ma perfette nella stesura del testo e nell’accompagnamento musicale. L’amore per le canzoni tradizionali portò questi straordinari e visionari artisti a riproporle o a comporne di nuove su quello stile con testi legati alla loro contemporaneità. I palchi dove questi artisti si esibirono furono, all’inizio, soprattutto quelli dei caffè e di piccoli teatri del Greenwich Village a New York, città che grazie a questi artisti, ribadì ancora una volta la sua centralità nella scena musicale mondiale. Le tematiche trattate dalle canzoni dei singer-songwriters, cioè cantautori -come si iniziò a chiamarli- erano spesso di carattere estremamente attuale, di denuncia, al punto che assunsero in breve una valenza politica; di certo non si esagera riconoscendo che il primo spunto per le proteste studentesche e i sommovimenti politici e rivoluzionari del 1968 fu dato proprio da queste canzoni. Andersen ha attraversato la storia del suo Paese: dagli anni turbolenti e carichi di speranze del movimento per i diritti civili fino ai giorni nostri, con curiosità e una ricerca espressiva unica. È stato tra i primissimi ad adottare uno stile introspettivo e riflessivo in grado di condizionare la canzone folk attraverso una scrittura poetica originale dai contenuti filosofici e romantici, un autentico troubadour dell’epoca moderna. Ha scritto canzoni con Bob Weir (The Grateful Dead), Townes Van Zandt, Rick Danko e Lou Reed e le sue canzoni sono state cantate da molti artisti tra cui Mary Chapin Carpenter, Judy Collins, Fairport Convention, Rick Nelson, John Denver, Linda Ronstadt, The Grateful Dead, Peter Paul & Mary, The Blues Project, Gillian Welch, Linda Thompson, Pete Seeger e Rick Danko. La versione di Bob Dylan della canzone di Eric “Thirsty Boots” è stata pubblicata come singolo nel Record Store Day e appare anche nel box di Dylan “Another Self Portrait – Bootleg Series vol.10”. Nei primi anni '90 Eric ha dato vita a uno straordinario progetto insieme al leggendario Rick Danko (The Band) e a Jonas Fjeld. Il trio ha pubblicato due dischi, acclamati dalla critica. È apparso nel documentario “American Masters” dedicato a Joni Mitchell e in numerosi film e live, su tutti “Festival Express” con Grateful Dead, The Band e Janis Joplin, che testimoniano il fervore della musica di quegli anni nonché la presenza costante del nostro. Nel 1990 Eric ha vinto il New York Music Award per il suo album “Ghosts Upon the Road”, nel 1992 lo Spellemannprisen (Norwegian Grammy) per Danko/Fjeld/Andersen e nel 2003 ha ricevuto il Premio Tenco insieme a Patti Smith. Dalla sconfinata discografia di Eric Andersen non si possono non citare l’album capolavoro “Blue River” che vede la partecipazione di Joni Mitchell e la trilogia di progetti dedicati a scrittori e poeti: Heinrich Böll, Albert Camus e Lord Byron. Attualmente Andersen è impegnato in un nuovo ambizioso progetto dedicato a Garcia Lorca. Le canzoni poetiche di Eric Andersen hanno intrattenuto e affascinato il pubblico di tutto il mondo e sono state tradotte anche in norvegese, svedese, olandese, danese, giapponese, tedesco e italiano. La sua vita si è srotolata in maniera febbrile e intensa, creando i presupposti di un romanzo intenso e affascinante restituito nelle immagini e nelle emozioni del docufilm The Songpoet, diretto dal regista Paul Lamont. Con lo stesso titolo è stato pubblicato parallelamente un triplo in cui i suoi capolavori vengono omaggiati da illustri colleghi come Richard Shindell, Dom Flemos, Albert Lee e perfino Bob Dylan! Un omaggio straordinario ai sessantanni di carriera di un artista artista totale, visionario e senza compromessi, la sua opera è stata raccontata anche in Italia dalla pubblicazione di due libri a lui dedicati a cura di Roberto Jacksie Saetti: “Ghost Upon the Road” del 2018 in collaborazione con Paolo Vites e “Mingle with the Universe” uscito quest’anno e scritto a quattro mani con Marco Fazzini per ripercorrere la sfera poetica di Andersen che lo ha portato a ricevere il Premio Dubito International alla carriera.
C’è molta attesa per questo nuovo tour italiano in cui sarà accompagnato da Steve Addabbo, straordinario chitarrista, vincitore di Grammy e produttore di Suzanne Vega nei successi planetari di “Luka” e “Tom’s Diner”. Tra i crediti di Steve come autore di colonne sonore ci sono "Left Of Center", scritta con Suzanne Vega per la colonna sonora di “Pretty in Pink” (1986), "Get Up", scritta con Caitlin Canty per il film Little Woods (2018), e "A New Day", presente nel film “The Last Word” con Shirley MacLaine (2018).
Addabbo è ritenuto un personaggio di culto dalla critica in quanto curatore delle leggendarie Bootleg Series di Bob Dylan e il suo arrivo in Italia insieme a Eric Andersen è fonte di grande curiosità e attesa. Un altro bellissimo dono arrivò da Eric Andersen quando nel 2019 portò per la prima volta in Italia la violinista di Dylan e della Rolling Thunder Revue, Scarlet Rivera. Tour che è stato immortalato in un meraviglioso disco dal vivo uscito pubblicato dall’etichetta italiana Appaloosa Records. Andersen canterà i suoi grandi classici “Thirsty Boots”, “Violets of Dawn”, “Is It Really Love at All”, “Close the Door Lightly” e presenterà in anteprima al pubblico italiano alcune canzoni del nuovo disco che uscirà a febbraio.
www.ericandersen.com
www.steveaddabbo.com
Eric Andersen, foto di Paolo Brillo
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