Primavera Sound 2017 Barcellona: considerazioni finali ad un mese dalla fine
Primavera Sound 2017, Barcellona - 31 maggio, 04 giugno 2017 - Dopo un mese dalla fine del festuival ed a mente asciutta, le considerazioni finali su uno dei migliori festival musicali europei - Come da una decina di anni a questa parte siamo stati al Primavera Sound di Barcellona: il festival, nonostante il programma inizialmente non entusiasmasse come quello dello scorso anno, come sempre non ci ha deluso, anzi!
Come da una decina di anni a questa parte siamo stati al Primavera Sound di Barcellona: un grande festival, sia dal punto di vista del programma di band che vi suonano, sia da quello dei numeri che ormai sono alla pari dello scorso anno, sui 200.000 nei tre giorni effettivi di festival al Parc del Forum- senza contare le serate precedenti (lunedì/martedì), serata di inaugurazione al Forum/Apollo il merdoledì, e la festa di Chiusura (la Domenica). Il festival, nonostante il programma inizialmente non entusiasmasse come quello dello scorso anno, come sempre non ci ha deluso, anzi!
Anche i giornalisti ormai partecipano al festival numerosissimi, come tanti sono quelli che lavorano nel settore musicale che vi partecipano anche per seguire le conferenze del Primavera Pro: le conferenze e gli show case del Primavera Pro, che si svolgono nelle ore precedenti (dalle 11 alle 17 circa, dal mercoledì al venerdì) nell'area cittadina del Cccb, sono sempre molto interessanti e meriterebbero una partecipazione ancora maggiore. Quest'anno hanno tenuto conferenze anche Viv Albertine delle Slits, Imogean Heap e Geoff Barrow (Portishead) insieme a Ben Salisbury, oltre che il grande Billy Bragg che ha parlato per più di un ora della musica di oggi e di quella che, diciamo così, dovrebbe essere impegnata e di rivolta secondo lui.
La novità di quest'anno del festival è stata quella degli 'Unexpected', concerti segreti (inaspettati appunto) che si svolgono all'interno del festival in palchi annunciati poco tempo prima dell'inizio del concerto stesso, attraverso i social; inaspettato era non solo il luogo, ma anche il nome della band. Hanno suonato gli Arcade Fire ed i Mogwai, ma purtroppo non siamo riusciti a parteciparvi: si sottolinea che ne hanno parlato - fin troppo - i giornalisti sopra citati! Abbiamo assistito invece agli Unexpected più piccoli, quelli chiamati 'Backstage' a più facile accesso, dati i nomi meno famosi che vi suonavano: bravissimi ed energici i The Molochs, che hanno suonato nella notte del primo giorno, ma veramente grandiosi sono stati gli Algiers, il sabato, che hanno reso il quadruplo di come avevano reso lo scorso anno sul palco grande, dove non arrivava affatto la potenza e la grinta del loro live: bella poi la location con il palco piccolo e la gente limitata.
Quest'anno si è deciso di evitare i palchi grossi - Heineken e Mango - soprattutto nelle ore serali, perchè l'anno scorso fruire i concerti in quell'area era stato non solo estenuante fisicamente e mentalmente, ma anche difficile per la troppa gente accalcata, per quella che stava lì ad occupare spazio bevendo e chiaccherando come fosse in birreria, fregandosene di chi stesse suonando e ... di chi volesse ascoltare, etc. Quindi niente Grace Jones, The Xx, Solange, Arcade Fire ... che sicuramente avranno fatto degli show notevoli, data la bravura dei musicisti in questione ... ma tant'è ... Abbiamo preferito invece i palchi medio/piccoli e l' Auditorium e ... sembrava di essere tornati ai primi anni del festival, in cui si poteva scegliere dove andare ed arrivare per tempo, riuscendo a vedere/sentir bene tutti i concerti e dove la gente presente era quasi tutta interessata a chi stava suonando ... insomma una pacchia per gli appassionati di musica. Abbiamo assistito ad una serie di concerti che ci rimarranno stampati nella memoria, primo fra tutti quello dei The Zombies che, nonostante non siano più giovani, per così dire, hanno fatto un'esibizione grandiosa e 'da lacrimuccia', lasciando tutto il pubblico presente nell' Auditorium a bocca aperta. Hanno eseguito alla perfezione, in modo impeccabile e fino alle sfumature più profonde, il loro album più significativo "Odessey & Oracle", oltre che la bellissima e famosissima 'She's Not There': l'esecuzione però non è risultata fredda ma toccante e molto emozionante, una magia che non sempre si attua in queste riproposizioni di album classici: semplicemte grandiosi! Un altro show incredibile e particolarissimo è stato quello della signora brasiliana Elza Soares che seduta su un trono elevato e nero vestita ha cantato con la sua voce roca, circondata da musicisti, musicisti/teatranti e ballerini in uno spettacolo semi-treatrale che rimarrà nella memoria: unica pecca la sovrapposizione ci il live dei This si not This It!! E poi il grande Stephin Merritt ed i suoi The Magnetic Field che hanno confezionato uno show strampalato e surreale, molto particolare e bellissimo: Merritt, seduto all'interno di una scenografia che rappresentava una specie di 'cameretta' (stile Wes Anderson per dire) piena di oggetti strani, è circondato dai suoi musicisti: ha realizzato uno show essenziale ma completo e coinvolgente basato sulla riproposizione per intero (divisa in due parti) del suo ultimo album '50 song Memoir', album autobiografico che racconta la sua vita fino ad oggi; grande anche il set di Sinkane, una miscela di soul ed afrobeat incredibile; e come non citare due superlativi concerti, quello potente degli Afghan Wings con Gregg Dully in forma smagliante e quello più oscuro e psichedelico dei The Black Angels, i nostri beniamini!
Nei tre giorni di festival abbiamo assistito ad altri concerti di alto livello: dagli Sleep con il loro stoner rock di grande impatto, veramente potenti, ai Pond che sono riusciti a fare una bellissima performance divertente e coinvolgente, anche grazie alla presenza scenica di Allbrock, il leader della band, nonostante suonassero su uno dei palchi grossi che solitamente sono dispersivi; Kevin Morby in elegante abito bianco, che è riuscito a fare un buon concerto anche se suonare sull'altro palco grosso non gli ha sicuramente reso giustizia; da 'non conoscitori' in modo approfondito della band, siamo rimasti entusiasti del concerto dei Teenage Fanclub, eleganti, coinvolgenti divertiti e dai potentissimi Preoccupation che hanno fatto un set notturno psichedelico e ... troppo lungo facendo innervosire gli organizzatori! Carino il set di Seu Jorge plays Bowie, peccato che la location grande e il troppo pubblico abbia penalizzato la poesia della sua esibizione; gran voce e carica energica Hamilton Leithauser; garage e sperimentazione per lo show notturno dei Wand del talentuoso Cory Hanson ; e poi ancora Arab Strap, classe voce profonda e spoken word, Thurston Moore in duo (chitrarra e batteria) per un concerto anomalo ed entusiasmante, la psichedelia elettrizante dei King Gizzard and the Wizard Lizard, i bravissimi e scatenatissimi Fufanu dall' Islanda, Iosonouncane, il nostro connazionale che non ha affatto sfigurato, anzi. A questo si aggiunge nella giornata di apertura di mercoledì, sempre al Parc del Forum, il bellissimo ed elegante concerto dei Saint Etienne.
Alle giornate principali al Parc del Forum si aggiunge tutta una serie di concerti in città, dal lunedì alla domenica sera precedenti il festival, nei club cittadini (Primavera A la Ciutat) e Primavera al Raval (gratuito per tutti). Nei Club si sono esibiti vari artisti, da segnalare sicuramente l'apertura con Kate Tempest, che con grinta ed energia veramente incredibili ha tenuto un concerto potentissimo, che 'riesce ad arrivare' anche a chi non capisce del tutto i testi (importantissimi) delle sue canzoni; nella serata di chiusura invece c'erano una tripletta di band energiche e dirette che hanno chiuso in grande stile questa edizione del festival: gli Shellac, sempre una sicurezza, secchi, diretti e potenti; gli Sleaford Mods, due personaggi decisamente particolari ed anche divertenti, uno col piccì e la birra in mano e l'altro scatenatissimo nel suo spoken word diretto e deciso ed infine i Japandroids, per molti considerati tra le performance migliori di questa edizione del festival.
Ed ancora i pomeriggi al Cccb con la dolcezza un po' inquieta della bravissima Alexandra Savior, o il country di Nikki Lane, oppure Julie Doiron; per concludere la domencia pomeriggio con una serie di gruppi differenti tra loro ma validi: Lvl Up,The Mystery Light sguito da uno dei concerti 'simbolo' del Primavera Sound 2017, quello dei The Make Up: elegantemente vestiti, hanno infiammato i presenti con uno show in cui il pazzo Ian Svenonius ha cantato camminando praticamente tutto il concerto elvandosi sulla folla!!
Che dire per concludere: il Primavera Sound non si smentisce mai, tanta gente ma selezione musicale di alto livello!
Nella foto The Make Up in piazza del Cccb, domenica 04 giugno