Primavera Sound 2018: tanti motivi per continuare a crederci
Primavera Sound 2018: tanti motivi per continuare a crederci! Il festival di Barcellona ha festeggiato i suoi 18 anni con un’edizione che ha allargato gli orizzonti e abbattuto limitazioni di genere e di età. Il Primavera Pro si è schierato in difesa dei diritti, continuando ad ispirare la creatività dell’industria musicale
A Buzz Supreme per Primavera Sound
annuncia:
Primavera Sound 2018:
tanti motivi per continuare a crederci
Il festival di Barcellona ha festeggiato i suoi 18 anni con un’edizione che ha allargato gli orizzonti e abbattuto limitazioni di genere e di età
Il Primavera Pro si è schierato in difesa dei diritti, continuando ad ispirare la creatività dell’industria musicale
Il Primavera Sound è Nick Cave che cammina sulle acque fin dai primi secondi del suo concerto. Le Haim che trasmettono il loro amore fraterno a tutto il mondo. Nils Frahm e i suoi pianoforti che ipnotizzano anche il prato stesso del Parc del Fòrum. Gli Spiritualized che riempiono di stelle sia reali, che virtuali l’Auditori del Fòrum. Björk che celebra la sua cerimonia floreale. Los Planetas che danno un concerto a sorpresa. Conferenze stampa che riuniscono i Tre Tenori della trap spagnola (C. Tangana, Bad Gyal e Yung Beef) oppure la Birkin (madre) con la Gainsbourg (figlia) per la prima volta insieme dopo molto tempo. Amaia che canta i Neutral Milk Hotel. Lo chef messicano Eduardo ‘Lalo’ García che offre la sua saggezza culinaria per una giornata. Floating Points che mette dischi per sei ore sulla spiaggia. Jónsi dei Sigur Rós che indossa la muta da esploratore sonoro. Tyler, The Creator che invita A$AP Rocky sul palco. The National che rassicurano migliaia di persone. “Fight for your right to party. Party for your right to fight”.
Il Primavera Sound sono i collaboratori e amici di Jóhann Jóhannsson che ci fanno emozionare col concerto in omaggio all’artista islandese recentemente scomparso. E il Primavera Sound è Lorde che si fonde col suo pubblico in un unico abbraccio collettivo, gli Arctic Monkeys che ritornano col loro disco più affascinante, Jane Birkin che omaggia Serge Gainsbourg, Beach House con il loro unico concerto di quest’anno nei festival europei, Skepta che spunta in un altro concerto (quasi) a sorpresa, The Blaze che tengono alta la bandiera dei beat elettronici e A$AP Rocky che incendia il suo palco e tutto quello che gli si ponga davanti. È fare chiusura consegnandosi ancora una volta alla danza collettiva con DJ Coco, con un unico motto: “Don’t stop believin’”. Questo è, e continua ad essere, il Primavera Sound.
Un “don’t stop believin’” che rispecchia il risultato di questa diciottesima edizione. Anche quest’anno il festival supera i propri record con una media di 60.000 persone al giorno nel Parc del Fòrum, con il sabato sold out da mesi e la giornata di chiusura al CCCB, che hanno portato il totale sopra le 210.000 persone da 126 paesi diversi. I concerti gratuiti di domenica 3 Giugno, guidati tra gli altri da Fermin Muguruza eta The Suicide of Western Culture, Rhye e gli australiani Montero, sono stati il culmine di un’altra settimana musicale indimenticabile.
Con ogni anno e ogni edizione che passa, il Primavera Sound diventa sempre più completo. E il 2018 è stato l’anno della gastronomia – quella ricercata e quella popolare – con Primmmavera, del consolidamento della zona dedicata alla musica elettronica Primavera Bits grazie al suo terzo palco sulla spiaggia di Sant Adrià de Besòs, dei nuovi palchi The Warehouse e Radio Primavera Sound by SEAT e della nuova collocazione open air dell’Heineken Hidden Stage. È stato anche l’anno della parità dei sessi sui due palchi principali e della prima implementazione in un festival del protocollo No Callem contro le aggressioni sessuali, creato dal Comune di Barcellona, che sarà applicato fino al giorno in cui non sarà più necessario.
Il cammino prosegue ora verso Porto con la settima edizione del NOS Primavera Sound, che dal 7 al 9 Giugno porterà nella città portoghese artisti del calibro di Nick Cave and the Bad Seeds, Lorde ed A$AP Rocky, tra i tanti. E poi, ovviamente, del Primavera Sound 2019, dal 30 maggio al primo giugno.
Molto di più e sempre meglio. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: “Don’t stop believin’!”.
Primavera Pro 2018: ascoltando (la) musica
“Quello che vogliamo sono capi di stato che facciano playlist fighe”. “I diritti, come la libertà d’espressione, sono una questione di classe”. Due frasi. La prima, apparentemente frivola (oppure no?), è stata detta da Father John Misty. L’altra è stata pronunciata de Elgio, ex componente di La Insurgencia, condannato a due anni e un giorno di carcere per dei suoi versi che la corte suprema ha considerato istigazione al terrorismo.
Le due frasi hanno una sola cosa in comune: entrambe sono state pronunciate nell’ambito del Primavera Pro 2018 e in un certo senso rappresentano tutto ciò che non farebbe solitamente parte di un incontro professionale: lo spirito divertente e la denuncia di situazioni deplorabili.
Il Primavera Pro è uno spazio dove è possibile tenere una tavola rotonda su come andare in tour nel mercato asiatico o sul modo in cui il blockchain può aiutare i musicisti. Un posto dove si può imparare direttamente da Justing Barker di [PIAS], come far mettere un brano su una playlist di successo, per poi indignarsi per le rivelazioni della giornalista Liz Pelly sugli stereotipi sessisti che si nascondono dietro a un algoritmo apparentemente inoffensivo che controlla una piattaforma di streaming. Dove scoprire l’insolita intesa presente tra il celebre Father John Misty e il cineasta Adam Curtis, o scoprire quale futuro attende le giovani generazioni di professionisti del mondo musicale. Dove ascoltare il produttore John Congleton che difende la musica “atemporale” davanti a un suono “perfetto”, o ridere ascoltando la visione che i Los Planetas hanno della "gloria tossica" e oggi ventenne, dell’album "Una semana en el motor de un autobús". Dove farsi accompagnare da Stuart Braithwaite dei Mogwai in un viaggio attraverso i suoi momenti cinematografico-musicali preferiti e scoprire in che modo Kyle Dixon e Michael Stein siano passati da band di culto a fenomeno pop grazie alla colonna sonora di Stranger Things. Ed è uno spazio dove indignarsi insieme a Elgio, all’avvocato Laia Serra, a Dani Vilaró di Amnesty International e al giornalista Bruno Sokolowicz contro un sistema penale che soffoca l’arte e la protesta.
È anche dove applaudire l’associazione Mujeres de la Industria de la Música, premiata quest’anno con il Primavera Award per la sua volontà di abbattere ogni diseguaglianza nell’industria musicale. L’argomento femminista è stato molto presente anche sui palchi: il 54% degli spettacoli provenienti da tutti e cinque i continenti includeva al suo interno artiste donne, sia come frontwoman o soliste. È una delle cifre più indicative della nona edizione del Primavera Pro, che ha riunito oltre 3000 professionisti accreditati provenienti da quasi 70 nazioni diverse.
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