Il disco matto di Francobeat, scritto da disabili mentali: il 14 ottobre è uscito Radici
Sfera Cubica
presenta:
Denso, commovente, profondo e inaspettatamente pop
Francobeat presenta RADICI:
Il nuovo disco con i testi scritti da disabili mentali
Tra gli ospiti: John De Leo, Sacri Cuori, Santo Barbaro e tanti altri
“Avevo di fronte un patrimonio poetico da cui volevo essere invaso. Volevo mettermi in bocca quelle parole, quelle immagini così surreali, taglienti, amaramente gioiose, scritte da gente pronta a barattare in qualsiasi momento una strofa felice per una sigaretta.”
https://soundcloud.com/francobeat-1/sets/radici
Tutti i testi sono stati scritti dagli ospiti della residenza per disabili mentali “Le Radici” di San Savino (Riccione), le musiche sono di Francobeat
E' uscito il 14 ottobre "Radici", il nuovo disco di Francobeat, i cui testi sono stati scritti dagli ospiti della residenza per disabili mentali “Le Radici” di San Savino (Riccione), in uscita per Brutture Moderne.
Guarda il teaser ufficiale qui:
https://www.youtube.com/watch?v=xT1DRsAtFmQ
Dopo “Mondo Fantastico”, ispirato alla “Grammatica della Fantasia” di Gianni Rodari, il poliedrico musicista romagnolo condivide con il pubblico un audio-documentario pop fatto di immagini uniche, profonde e geniali, amare e affilate, divertentissime e terribilmente forti. Testi, interventi parlati e cantati che hanno contagiato anche i numerosi ospiti del disco (John De Leo, Sacri Cuori, santo barbaro, Giacomo Toni, Giuseppe Righini, Diego Sapignoli degli Aidoru e tanti altri), ritrovatisi catapultati in un mondo diverso, sarcastico e commovente.
Siamo a Santarcangelo di Romagna, in un ex bottega di un fabbro, un luogo davvero suggestivo. Durante un concerto di Francobeat e il suo progetto su Gianni Rodari, una ragazza si avvicina e gli dice “Tu sei abbastanza fuori per fare qualcosa con noi”. Comincia a raccontare che lavora con i matti, in una struttura di residenza per disabili mentali (Le Radici) a San Savino, nelle colline di Riccione, dove stanno cercando di scrivere dei testi per delle canzoni che vorrebbero mettere in musica. I primi testi arrivano così tra le mani di Franco Naddei: alcuni davvero indecifrabili, altri incredibilmente lucidi e poetici.L’incontro è inevitabile. Agli operatori Franco passa “Grammatica della fantasia” e parla di Rodari, protagonista del suo lavoro precedente, con il suggerimento di lasciar scorrere le parole nel flusso disordinato dei pensieri degli ospiti de Le Radici. In poco tempo ci sono già i 5 pezzi pronti, “suonati” insieme alla festa organizzata tutti gli anni a San Savino, un’occasione in cui gli ospiti passano una giornata con i familiari. Si suona, tra E. che tira gomitate ad ogni errore, E. canta la sua Carmencita e gli altri ospiti che abbozzano cori sinceri, divertiti e sgangherati.
Ci sono voluti due anni in cui si sono scambiati testi, canzoni, voci registrate e manipolate, mondi surreali, idee. Anni in cui si è costruito un rapporto intenso tanto da lasciare traccia nei testi stessi delle canzoni che a tratti sembrano un diario di questa storia che ha per protagonisti questi poeti inconsapevoli.
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