Domani sera, sabato 05 dicembre, terza serata per JAZZ:RE.FOUND a Torino: THUNDERCAT @ JAZZ:RE:FOUND
Jazz:Re:Found
presenta:
THUNDERCAT - SOULFUL TORINO - ROCCO PANDIANI - AFROBEATORINO
Domani, SABATO 05.12.2015
ESPERIA
Ore 17.30
Orari ufficiali:
Rocco Pandiani 17.30
Soulful Torino 18.45
AfrobeaTorino 20.00
Thundercat 21.00
Domani, sabato 5 Dicembre
MOODYMAN - THEO PARRISH - DJ PREMIER - DJ FEDE
ore 23.30
Q35
Orari ufficiali:
ore 22.00 - doors open
ore 22.30 - DJ FEDE
ore 23.15 - DJ PREMIER
ore 00.45 - MOODYMANN
ore 02.15 - THEO PARRISH
THUNDERCAT
Il fuoco. Il talento di Stephen Bruner è fuoco. Il suo basso elettrico è un'armata interstellare in grado di assaltare i pianeti del jazz-funk più psichedelico e cattivo, di avere improvvise sospensioni malinconiche, di prendere per mano chiunque e portarlo in territori strani, intrisi tanto di anni '70 headhuntersiani quanto di iper-futuro. Il talento di Stephen Bruner è quello che Flying Lotus e Kendrick Lamar amano alla follia (e infatti lo chiamano sempre con sé), è quello che negli anni passati si è prestato a suonare tanto per i Suicidal Tendencies quanto per Erykah Badu, è quello che oggi cammina da solo. E semina fiamme. Semina genio.
MOODYMANN
“Il sordido. Kenny Dixon Jr. è sordido. Sì, guardalo, ascoltalo: la house più diabolica, le derive black più sensuali, gli sguardi più mefistofelici, una carnalità in musica che sarebbe quasi da esorcismo immediato – perché in mano sua noi tutti diventiamo peccatori, noi tutti davvero. E’ sfrontato in console, Moodymann: provoca, ferma i dischi, ride, parla al microfono, fa un sacco di cose che non dovrebbe fare (ma sai quanto gliene importa a lui)… Ma poi? Poi, mette in campo la sua cultura, la sua conoscenza, la sua incredibile mente musicale e allora ecco, allora non ce n’è più per nessuno. Uno dei più grandi maestri della club culture più black, più underground, più stilosa, più pericolosa” Damir Ivic
All’ anagrafe Kenny Dixon Jr., è una delle figure più misteriose della scena techno di Detroit. Da sempre rifiuta ogni tipo di contatto con i media e comunica esclusivamente con la musica, che nello specifico è una personalissima miscela di house, gospel, techno, jazz e disco. Un suono affascinante che ha finito per conquistare gli amanti della buona musica, senza restrizioni stilistiche. La distanza tenuta da Kenny Dixon (di lui circola solo un ritratto fotografico in stile super-afro, che potrebbe essere un’indicazione stilistica e non appartenergli) ha finito per aumentare la sua dimensione mitica. Moodymann fa parte di quella corrente che si potrebbe definire “roots house”, radicalmente legata alla black music e autrice di alcuni dei lavori più eccitanti e sottovalutati degli ultimi anni dove proprio Moodymann, insieme all’altro genio Theo Parrish, hanno rappresentato il punto di riferimento, faticosamente emerso, dell’autentico Detroit spirit: l’estrema evoluzione dell’anima black di motorcity, dove il soul, il jazz, l’house si fondono in una incantevole miscela.
THEO PARRISH
“La forza. Sì, perché l’avete mai visto Theo Parrish dietro una console? Fa paura. Ti guarda con occhi di brace. Ti urla dietro. Ti ammazza suonando dischi incredibili. Ti sconvolge passando dal soul all’industrial con una naturalezza e una perfezione senza senso, galleggiando su un mondo dove techno e house sono solo due fra i tanti alfabeti possibili della musica black, perché ciò che conta è la fantasia, la capacità di prendersi dei rischi, la voglia di rendere una notte su un dancefloor un’esperienza unica, irripetibile, imprevedibile. E sudatissima, certo: perché Theo non ti farà stare fermo un attimo. Theo è senza pietà. Theo ti uccide, per nulla dolcemente. Theo ti porta poi in paradiso, e ti fa ricordare perché la club culture – quando la togli dalle mani di mestieranti ed affaristi – è una delle cose più incredibili ed emozionanti del mondo” Damir Ivic
Theo Parrish non è mai stato un artista rassicurante, disposto ad accontentare le aspettative del pubblico; il suo percorso, la strada che ha deciso di tracciare, presenta inaspettate quanto improvvise deviazioni: una produzione musicale tortuosa, complessa e difficile da seguire ed anticipare. Gli inizi con la house, poi i numerosi edit di vecchi brani disco, successivamente le contaminazioni jazz, infine le derive quasi techno: Parrish è un ‘menefreghista’ avventuriero dell’universo musica. Da Detroit ma nativo di Washington DC, rispettatissimo autore di un personale, sperimentale e raffinato blend di elementi per cui sarebbe alquanto riduttivo fare riferimento soltanto alla house ed alla techno: basta ascoltare un disco eccellente come First Floor, uscito nel 1998, per comprendere che il suo approccio è sottile, obliquo, fantasioso, imprevedibile ed aperto alle più svariate fascinazioni di matrice black. Certamente il jazz ha esercitato un ascendente determinante su di lui e a questo proposito più delle parole vale ad esempio la straordinaria musica di Love Is War For Miles o della recente antologia da lui curata, Theo Parrish’s Black Jazz Signature. Inutile dire che l’americano sarà tra i pezzi da novanta di questa edizione 2015 di Jazz:re:found.
Info:
http://www.jazzrefound.it/
https://www.facebook.com/Jazzrefound
Ticket: http://www.mailticket.it/evento/6510