Flashback 2018, L’arte è tutta contemporanea. Arriva la VI edizione a Torino

Flashback 2018, L’arte è tutta contemporanea. Arriva la VI edizione a Torino

Flashback 2018, L’arte è tutta contemporanea: arriva la VI edizione a Torino, "Le rive di un altro mare”. La VI puntata di Flashback_ l’arte è tutta contemporanea promette di essere l’edizione dei record: confermata la sede dell’anno scorso nei nuovi spazi del foyer centrale del Pala Alpitour, tantissime le conferme delle gallerie degli anni precedenti e rilevanti nuove acquisizioni dall’Italia e dall’estero. Quest'anno ha deciso di coinvolgere espositori e pubblico in una riflessione che parte dal libro di fantascienza di Chad Oliver, scrittore e antropologo, “Le rive di un altro mare"

Flashback Torino

annuncia:

Flashback 2018

L’arte è tutta contemporanea

VI edizione “Le rive di un altro mare”

Pala Alpitour, Torino  -  1 / 4 novembre 2018

La VI puntata di 'Flashback_ l’arte è tutta contemporanea' promette di essere l’edizione dei record: confermata la sede dell’anno scorso nei nuovi spazi del foyer centrale del Pala Alpitour, tantissime le conferme delle gallerie degli anni precedenti e rilevanti nuove acquisizioni dall’Italia e dall’estero. Dopo i grandi numeri del 2017 e, soprattutto, gli importanti riconoscimenti di pubblico e stampa, la fiera è pronta per incontrare e stupire ancora una volta gli appassionati di arte contemporanea di tutte le epoche.

Per la sua VI edizione Flashback, da sempre attenta a ciò che succede nell’attualità, ha deciso di coinvolgere espositori e pubblico in una riflessione che parte dal libro di fantascienza di Chad Oliver, scrittore e antropologo, “Le rive di un altro mare". La storia fantascientifica si svolge in Africa, dove l’autore costruisce una situazione in cui i rapporti tra mondi differenti sono in continua ridefinizione, una storia che porta verso un dialogo tra diverse forme di civiltà, tra diversi mondi, tra diverse specie. Intorno a questa riflessione si muove il programma di Flashback che inizia da subito con la novità di quest’anno: la VI edizione infatti non “indossa” soltanto il colore del 2018 – un rarefatto acquamarina - ma è descritta da un’opera appositamente creata dall’artista Francesco Valeri.  Valeri è stato scelto per riportare la diversità e la periferia “al centro”. L’artista dopo aver preso parte al progetto “condominio-opera viva” di via Cuneo 5bis nel quartiere di Aurora (progetto nato con l’intento di porre l’accento sulla mixité sociale, culturale e temporale della periferia torinese) restituisce al centro l’altrove, riporta negli spazi espositivi l’esperienza della mescolanza e della diversità che anima l’incontro tra le diverse culture. In fiera Francesco Valeri realizza, live, un wall painting di 60mq che abbraccia la manifestazione catapultandola in una dimensione al di là del tempo.

La mixité è difatti la caratteristica fondante di Flashback che agisce con attitudine antropologica, studiando l’uomo da molteplici punti di vista: sociale, culturale, artistico-espressivo, filosofico.

L’immagine rappresenta un contesto senza tempo, sospeso e in bilico tra passato e futuro, tra nuovo e antico, due personaggi appartenenti a tradizioni e a identità diverse stabiliscono un contatto, un incontro fatto di strani strumenti: una lampadina infatti fuoriesce dall’orecchio dell’ “occidentale”, mentre la mazza-scettro dell’ “indigeno” gli solletica la guancia. In che mondo siamo? Il segno di Valeri ci dice che - tra Picasso e i graffiti - il ruolo e la funzione dell’arte è proprio quello di scavalcare e attraversare le dimensioni spaziotemporali, di intersecare e collegare i livelli e di riattivare il ‘meccanismo del pensiero’. In questo universo saturo e colorato, ogni opzione diventa improvvisamente possibile se rimaniamo aperti e disponibili. Così ogni epoca è di fatto presente ed è di nuovo possibile oggi – come in altri momenti della nostra storia – connettere in profondità zone temporali differenti: l’antico, il moderno, il contemporaneo nel suo farsi.

Flashback è veramente un progetto unico e originale: l’Assessore alla Cultura e al Turismo della Regione Piemonte, Antonella Parigi, esprime così il suo apprezzamento per il progetto: “Nei giorni in cui Torino diventa protagonista delle dimensioni artistiche contemporanee flashback All art is contemporary si distingue per il suo mix intelligentemente calibrato tra cultura e mercato e, con una formula ormai consolidata, saprà certamente rafforzare il successo delle edizioni passate, confermando l’arte quale uno degli assi strategici attorno a cui si muove l’offerta culturale di Torino e del Piemonte. Un contesto all’interno del quale la manifestazione va a completare la ricca proposta del periodo, grazie allo sguardo originale che offre su un settore artistico più tradizionale ma che continua ad essere dinamico e frequentato”. Così anche la Città di Torino, attraverso le parole dell’Assessore alla Cultura Francesca Leon: “Torna flashback, evento di alta qualità tra le fiere d’arte che la nostra città ospita, e traccia anche quest’anno - insieme alle gallerie ospiti, agli artisti e ai loro progetti - un percorso sull’arte attraverso l’antico, il moderno e il contemporaneo. L’evento continua a fare da amplificatore ai progetti artistici e di arte urbana che durante l’anno inducono a riflettere, attraverso l’arte, sui temi della periferia e della diversità nell’incontro tra culture diverse e su come essa sia un veicolo importante di dialogo e collante tra la comunità, gli artisti e il territorio. Ringrazio l’organizzazione per il grande lavoro di divulgazione e coinvolgimento di un pubblico che, grazie alla fiera e al suo lavoro durante tutto l’anno, può avvicinarsi all’arte in modo più immediato a partire dai luoghi in cui vive il quotidiano”. 

Tra le gallerie di arte antica e moderna presenti alla VI edizione di Flashback, la Galleria Giamblanco presenta una nuova selezione di importanti dipinti del XVII e del XIX secolo, tra i quali merita particolare attenzione la tela inedita di Mattia Preti (Taverna, 1613 – La Valletta, 1699) raffigurante San Giacomo Maggiore e riconducibile al periodo romano dell’artista, intorno al quarto decennio del Seicento, quando l’artista si soffermò sull’attento studio dei lavori di Caravaggio e dei suoi eredi. Sempre all’insegna della rarità la galleria Flavio Pozzallo presenta la terracotta policroma Madonna del latte e Angeli che, oltre ad essere un'opera estremamente originale, è una delle più antiche attestazioni nell'utilizzo della "nuova" tecnica della terracotta nella scultura lombarda nel secondo quarto del quattrocento. La stessa galleria, insieme alla Benappi Arte antica e moderna, presenta un'opera di estrema importanza per la storia dell'arte vercellese e piemontese: un dipinto a doppia faccia di Eleazaro Oldoni fino ad oggi catalogato come anonimo. Infine, tra le gallerie di arte antica da segnalare, Maison d’Art di Montecarlo, importante new entry con l’opera Maria Maddalena di Orazio Gentileschi, avente come modella d’eccezione presumibilmente la figlia Artemisia, databile ai primi decenni del 1600, “un’opera viva” definita dallo storico dell’arte seicentesco Francesco Scannelli, opera ‘che non potria dimostrare più vera carne quando fosse vivo’. 

Il moderno è invece egregiamente rappresentato dalla Galleria dello Scudo con la maestosa Maternità di Arturo Martini in pietra di Finale, assente dalle mostre dal 1961 e, per coloro in cerca di curiosità, del peso di 500 kg. Infine, una speciale attenzione per le opere dedicate al mare e al viaggio, dunque particolarmente affini al progetto di Flashback 2018, è evidenziata sia nell’importante progetto della Galleria Russo che affianca i volti di donna di Medardo Rosso e Umberto Boccioni all’Uragano di Arturo Martini, scultura in terracotta che raffigura un navigante in lotta con la furia del mare, che da quello della galleria Mazzoleni: un sensazionale olio Senza Titolo di Alberto Savinio del 1930 che ci mostra l’approdo su Le rive di un altro mare. Il viaggio, e in particolare il mito degli argonauti, è infatti un tema caro a Savinio: 50 eroi sotto la guida di Giasone compiono un avventuroso viaggio a bordo della nave Argo alla ricerca del vello d’oro, alla scoperta dunque di nuovi mondi e di nuove opportunità.

A conferma dell’impegno contemporaneo di Flashback al Pala Alpitour saranno inoltre sviluppate le varie sezioni: exhibition, lab, sound, storytelling, talk, video e lo special project Opera Viva, i sei manifesti del progetto di arte urbana ideato da Alessandro Bulgini e curato da Christian Caliandro che ha segnato il count down alla fiera a partire da maggio. Tre delle sei opere esposte nella rotonda di Piazza Bottesini in Barriera di Milano sono di artiste selezionate dalla giuria della Open Call lanciata a inizio anno, composta da Bulgini e Caliandro stessi e da Umberto Allemandi, Pietro Gaglianò, Luigi Ratclif e Roxy in the Box. Oltre ai lavori dunque di Irene Pittatore, Virginia Zanetti e Francesca Sandroni anche le opere di Laboratorio Saccardi, di Lucia Veronesi e quella onclusiva di Alessandro Bulgini, sono una riflessione sulla diversità e la commistione, su cosa e come l’arte possa intervenire positivamente in questo contesto. 

Le Flashback exhibition quest’anno saranno due: il gigantesco wall painting di Francesco Valeri, realizzato live durante i giorni della fiera, e un progetto di Gian Enzo Sperone – chi meglio di lui può rappresentare l’atemporalità dell’arte? – con tre opere di Tony Matelli che cancellano la realtà e aprono un mondo immaginario situato in un posto molto, molto lontano. E così, come i naufraghi sopravvissuti su un'isola di sogni, siamo anche noi invitati a dedicarci alle nostre paure, ansie, sentimenti di abbandono, ma anche alla curiosità e al senso del mistero. 

La VI edizione di Flashback conferma dunque tutte le intenzioni con le quali la fiera è stata fondata ed è cresciuta; il lavoro costante delle direttrici Stefania Poddighe e Ginevra Pucci che portano avanti un discorso di contemporaneità dell’arte parlando di opere che spaziano tra vari secoli ha convinto e coinvolto sempre più galleristi offrendo al pubblico una visione diversa sulla storia dell’arte, ma anche sulla storia di oggi; un approccio più versatile e meno rigido che ha permesso a un pubblico sempre più vasto di godere di opere d’arte non più percepite come lontane da sé – per motivi temporali o culturali – ma finalmente “vissute” come esperienza concreta nel qui e ora. Questo sincretismo è ciò che ha permesso a flashback di crescere esponenzialmente negli anni ed è ciò che contraddistingue un progetto, nato all’insegna di una sfida culturale che si rinnova annualmente e che annualmente si ispira alla vita.

E dato che quest’anno il tema è la diversità sarà dunque interessante attraversare insieme Le rive di un altro mare connettendo in profondità zone temporali diverse: l’antico, il moderno e il contemporaneo nel suo farsi.

Flashback – Larte è tutta contemporanea, VI edizione

Direzione: Stefania Poddighe e Ginevra Pucci

Sede: Pala alpitour, isozaki

Ingresso: corso sebastopoli 123 - ingresso unico ➔ piazza d’armi - torino

Anteprima stampa: mercoledì 31 ottobre 2018 ore 11.00 – 13.00

Anteprima: mercoledì 31 ottobre 2018 ore 16.00 (solo su invito) 

Inaugurazione: mercoledì 31 ottobre 2018 ore 18.00 (solo su invito) 

Apertura al pubblico: da giovedì 1 novembre a domenica 4 novembre 2018  | ore 11.00 – 20.00 

Biglietti: intero: Euro 10; ridotto: Euro 8; riduzioni previste per legge; 

Ridottissimo: Euro 5, Abbonamento Torino Musei, Abbonamento Musei Lombardia Milano, Torino + Piemonte Contemporary Card, Touring Club Card; gratuito: giovedì 1 novembre Abbonamento Torino Musei, Abbonamento Musei Lombardia Milano, Torino + Piemonte Contemporary Card, Touring Club Card, mef, gratuità previste per legge.

Special Project  

Flashback è opera viva 

Opera Viva Barriera Di Milano 2018

un progetto di Alessandro Bulgini

a cura di Christian Caliandro

artisti: Lucia Veronesi, Laboratorio Saccardi, Irene Pittatore, Virginia Zanetti, Francesca Sandroni, Alessandro Bulgini

giuria open call: Umberto Allemandi, Alessandro Bulgini, Christian Caliandro, Pietro Gaglianò, Luigi Ratclif, Roxy in the Box

La mostra Opera Viva Barriera di Milano rappresenta l’esprimersi dell’altrove. Al Pala Alpitour dal 1 al 4 novembre i sei manifesti, insieme a tutti i frammenti di vita raccolti nei sei mesi precedenti, sono riuniti in un’unica mostra per raccontare ancora una volta questa finestra aperta sul mondo e per il mondo. I sei manifesti di 6x3m, che nella rotonda di Piazza Bottesini nel cuore di Barriera di Milano, hanno accompagnato la vita dei passanti per un mese ciascuno, sono riuniti in questa unica occasione, breve e intensa, nella quale amplificano e moltiplicano l’uno con l’altro il loro racconto. Il fil rouge di Opera Viva Barriera di Milano 2018 è, come per la fiera, la “diversità”: diversità culturale, diversità identitaria, diversità interpretativa prendendo spunto dal libro di Chad Oliver Le rive di un altro mare. Diversità come ricchezza dunque e non come ostacolo, come ampiezza di sguardo e non come barriera, come allargamento dell’orizzonte e non come sua chiusura. È cosi che di Lucia Veronesi c’è “The Safe zone”, la zona sicura, quella che sa costruire di volta in volta un ambiente familiare a partire dal cambiamento, dalla trasformazione; di Laboratorio Saccardi “Dioniso in città”, il Grande Altro (secondo la definizione di Slavoj Žižek) irriducibile, incommensurabile, come linguaggio alieno e a tratti incomprensibile, proveniente al tempo stesso dal passato più arcaico e dal futuro prossimo; di Irene Pittatore “Wire connection” che racconta come sia possibile convivere (vivere-insieme) e stare anche bene, insieme, superando le eventuali scomodità pratiche; di Virginia Zanetti “I Pilastri della Terra” dove viene invertito il punto di vista; di Francesca Sandroni l’ “extro-vertere” che genera la possibilità di una nuova natura e infine con Alessandro Bulgini l’ “accesso libero al mare”. Tutti artisti che hanno riflettuto sul tema aperto da Chad Oliver e che, tutti assieme, chiuderanno il cerchio del racconto di questa nuova edizione di Opera Viva Barriera di Milano 2018.

Flashback Exhibition

Tony Matelli

a cura di Gian Enzo Sperone

Tre figure a grandezza naturale sono collocate su piedistalli modellati in alcuni casi come rocce, in altri come tronchi d'albero. Intorno alle sculture, le pareti sono decorate con carta da parati con motivi marini: un'immagine fotografica digitalizzata di onde che si sciolgono nell'orizzonte. Tony Matelli cancella la realtà e apre un mondo immaginario situato in un posto molto, molto lontano. E così, come i naufraghi sopravvissuti su un'isola di sogni, siamo anche noi invitati a dedicarci alle nostre paure, ansie, sentimenti di abbandono, ma anche alla curiosità e al senso del mistero. Le tre figure, tutti autoritratti altamente dettagliati dell'artista americano, sono dotate di teste sproporzionate, simili a caricature, il naso assume dimensioni anormali, i capelli artificiali si aggrovigliano come quelli di chi si è appena risvegliato da un sonno profondo, forse per rappresentare il modo in cui quelle emozioni stanno affollando la mente dell'artista.  Nei personaggi si respira un gioco simile fatto di impulsi contraddittori. 

Flashback Exhibition 

Francesco Valeri 

Le rive di un altro mare

Francesco Valeri, Porto San Giorgio 1979 detto “Lu FRA”, è uno degli artisti chiamati a interpretare questa sesta edizione di flashback dedicata all’antropologia fantascientifica, all’incontro tra mondi, al contatto tra diversi. Il lavoro di Francesco Valeri ha come componente caratteristica il colore fortemente evocativo e il segno a metà strada tra naif e caricatura, tra passato e futuro, carico di elementi umoristici e sarcastici. Le sue figure hanno un tocco africano, il continente al quale è legato da sempre (si dice che sia stato concepito in Nigeria). La sua espressione artistica è di carattere popolare ed è rivolta al popolo, che a sua volta ne è il soggetto. La sua curiosità di conoscere l'altro lo porta in giro per il mondo; la pittura e la fotografia lo accompagnano. Valeri vive così un anno in Guinea Bissau e due anni in Brasile cooperando in progetti sociali e organizzando laboratori artistici per bambini. Cura “CPG-59” un progetto di rigenerazione urbana all'interno del parco della Pace (ex campo di prigionia) di Servigliano, uno scorcio di contemporaneità e di rinascita tramite la forza espressiva dei murales in un luogo che ha vissuto tra le pagine più buie della storia. Organizza a Porto San Giorgio eventi di street art, dipinge con altri artisti il mercato agroalimentare e i sottopassi della stazione, in uno di questi lascia una coloratissima opera rappresentante la migrazione dei popoli. Nel 2017 è uno dei protagonisti in residenza del progetto Via Cuneo 5bis, un condominio dedicato all’arte nel quartiere Aurora di Torino.

Per Flashback realizza live “Le rive di un altro mare”: un wall painting di più di 60mq che abbraccia la manifestazione catapultandola in una dimensione al di là del tempo.

Flashback Lab

Tesori Sommersi. La città, spazio libero, galleria di meraviglie

a cura di Mariachiara Guerra 

Tesori sommersi. La città: spazio libero, galleria di meraviglie, il progetto didattico, per le scuole, per le famiglie e per i gruppi di cittadini che vivono in condizione di fragilità, nasce dalla collaborazione di Atelier Héritage e flashback, nella volontà di ampliare e raccontare le riflessioni sul tema della fruizione dell’Arte come esperienza culturale di consapevolezza e cittadinanza. Dal collezionismo d’Arte, alla collezione come gesto di cura dello spazio urbano, Tesori sommersi è costruito come percorso di conoscenza dell’Arte, antica e contemporanea, che si radica e connette con la storia urbana e con il territorio, nell’ambizione di fornire ai partecipanti una cassetta degli attrezzi che li aiuti a riconoscere la Bellezza, nei luoghi del quotidiano. Questo processo di conoscenza si configura come gesto libero, soprattutto se collocato nello spazio pubblico, soprattutto se agito da parte dei nuovi cittadini, nuovi per età o per cittadinanza.

Tesori sommersi fa propri i temi di Freespace, tema portante della Biennale di Architettura 2018: “FREESPACE abbraccia la libertà di immaginare lo spazio libero di tempo e memoria, collegando passato, presente e futuro, costruendo sulle stratificazioni della nostra eredità culturale, legando l’arcaico e il contemporaneo. […] FREESPACE si focalizza sulla capacità dell’architettura di offrire in dono spazi liberi e supplementari a coloro che ne fanno uso, nonché sulla sua capacità di rivolgersi ai desideri inespressi dell’estraneo” [Manifesto della Biennale 2018, biennale.org].

Tesori sommersi, esplora i temi della condivisione e dell’accoglienza, in un percorso che parte dal mito classico, con la favola ovidiana di Filemone e Bauci, e il viaggio di Enea, profugus virgiliano, e arrivare alla stringente attualità del manifesto We are all in the same boat di Marina Abramovic e al progetto Opera Viva che Alessandro Bulgini attua nei quartieri torinesi che, per motivi diversi, si trovano “sotto la linea di galleggiamento”.

Tesori sommersi. Teachers & school e family  & gramps

Il percorso didattico coinvolge sia studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado che le famiglie. In questa edizione, è previsto anche un’attività laboratoriale speciale per i Gramps, i nonni che collaborano con i l progetto Atelier Héritage nei quartieri di Barriera di Milano e San Donato.

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Flashback Sound

Mixing sounds

a cura di Mauro Battisti

Flashback sound è il ricco e vivace palinsesto dedicato alla musica che spazia tra passato e presente e che quest’anno si concentra sulla mixité di linguaggi: musicalità che appartengono a diversi retaggi, diverse matrici compositive, si mescoleranno con lo scopo di mettere sul palco nuove forme di dialogo e confronto tra forme di musica differenti. Uno show live, una miscela esplosiva che racchiude tutte le sfumature, una fusione di suoni che va dal roots al one drop fino a sonorità Jazz, R&B e Soul.

“Da-Jaxx”

Diego Borotti – sax tenore, Akai pro Ewi

Marcello Picchioni – piano, synth, drums programming

Samples analogici, suoni sintetizzati, ritmiche hip-hop e tutta l’intensità e la freschezza dell’improvvisazione jazz, questo è DA-JAXX. Una sfida alla mixitè musicale da parte di due splendidi artisti che, condividendo lo stesso background blues, soul, r&b e mainstream jazz, danno vita con questo nuovo progetto a panorami acustico-elettronici raffinati e coinvolgenti.

”L.I.M.A 2”

Toti Canzoneri – flauto, cajon, percussioni, tastiere

Simone Bellavia – basso elettrico, contrabbasso, loop station, elettronica

L..I.M.A., la storica world-jam che da 18 anni anima settimanalmente gli spazi del Cafè des Arts di Torino, approda sulle rive di flashback 2018 in una veste insolita. Il suo geniale creatore, Toti Canzoneri, e lo spettacolare bassista Simone Bellavia ridisegnano con maestria un percorso musicale fondato sull’improvvisazione senza confini di genere. Dall’afro al rock, dai ritmi psichedelici alle radici del flamenco, con strumenti acustici ed elettrici e con l’ausilio di effetti elettronici, i due musicisti rivelano in modo avvincente la chiave di una musica in continua trasformazione.

”Ac/Ds”

Donato Stolfi – batteria

Alessandro Chiappetta – chitarra elettrica

Batteria e chitarra, una formazione originale, frutto dell’incontro tra due formidabili musicisti che hanno da sempre ricercato la contaminazione e la riconversione dei linguaggi. AS/DS è un duo ad “alto voltaggio” musicale che propone in modo audace e senza riserve un viaggio esaltante tra sonorità rock, pop, world e jazz.

”Anais Drago”

Anais Drago – violino, loop station

Classe ’93, violinista eclettica dal curriculum invidiabile, Anais Drago proietta in modo personale i suoni del folk, del jazz e del pop tra gli spazi di flashback. Magnifica improvvisatrice e virtuoso del suo strumento, l’artista prenderà ispirazione dalle opere e dagli oggetti in esposizione per un’avventura musicale di grande fascino e suggestione.

Flashback Storytelling

Mixing Stories

Il progetto, giunto al sesto anno, promuove, attraverso la narrazione, la sensibilizzazione e il coinvolgimento diretto e attivo del pubblico; una chiave innovativa di avvicinamento e di stimolo del senso critico volto a incrementare l'interesse e l'attenzione verso l'arte con le sue accezioni culturali, politiche ed economiche. Le visite guidate, scegliendo specifiche opere, artisti o linguaggi espressivi, costruiscono un'interazione breve e immediata, veri e propri flashback su storia e curiosità suggerite dalle opere in mostra. 

Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Flashback Talk

Mixing Words

Raggiungono la VI edizione i talk di Flashback che hanno come caratteristica principale l’analisi temporale dei fenomeni culturali e artistici. Nel 2018 si cercherà di fondere le differenze, contestualizzando gli argomenti nel tempo ma decontestualizzandoli per capirne il reale “peso specifico” e il valore atemporale di ciascuno. Il tema dal quale le discussioni prenderanno spunto è “Le rive di un altro mare” di Chad Oliver, figura le cui competenze intersecano antropologia e fantascienza. A differenza di quanto si può pensare è già da quasi sessant’anni che il mondo accademico guarda alla fantascienza con interesse, trovandovi elementi non solo per immaginare nuove tecnologie, ma soprattutto per capire meglio il presente, la società. 

L’antropologia ha, però, riconosciuto un altro importante ruolo alla fantascienza. Essendo il genere letterario che mette compiutamente in scena la reazione dell’uomo del presente di fronte all’altro e all’altrove, all’impensabile, allo sconosciuto, è a partire dagli anni ’50 che gli scritti fantascientifici sono iniziati a circolare nelle lezioni universitarie come strumenti didattici. Per prima nell’Università del Texas, durante le lezioni di racconti e romanzi fantascientifici sono stati usati per far comprendere da vicino agli studenti temi altrimenti difficilmente intuibili, quali lo shock culturale del primo contatto, ovvero l’alterità di visione del mondo.

Gli incontri coinvolgeranno principalmente antropologi, architetti, scrittori di fantascienza e storici dell’arte e vedranno l’intrecciarsi di saperi e capacità immaginifiche.

Flashback Video

Quayola. Jardins d’Eté 

a cura di Federica Barletta

Jardins d’Eté è l’opera del giovane artista italiano Davide Quayola, nato nel 1982. Il lavoro consiste in una serie di video-installazioni ad altissima risoluzione ispirati all’Impressionismo. Protagonista è l’uso sperimentale della tecnologia: fonti luminose, vento artificiale e macchine da presa creano le condizioni per filmare ciò che più si avvicina ai giardini di Chateau de Chaumont-sur-Loire dipinti da Monet.

A seguito delle riprese una serie di operazioni di post produzione digitale - analisi computazionale del movimento, della composizione e degli schemi di colore - portano alla realizzazione di algoritmi che restituiscono un lavoro immersivo. Approdiamo quindi sulle rive di un altro tempo, in cui con strumenti e linguaggi contemporanei costruiamo la memoria di ciò che siamo stati e le basi di ciò che saremo. Davanti all’opera di Quayola il tempo perde il suo significato, viene in qualche modo sospeso, esattamente come avviene al protagonista di Chad Oliver quando si trova sotto il cielo d’Africa. Testimonianza questa di quanto non possa esistere la morte di nessuna opera d’arte.

Non è puro citazionismo quello di Quayola, esistono punti di tangenza. Il primo è la ricerca di una traduzione dell’impressione in immagine e visione. In questo processo l’elemento della luce è imprescindibile tanto per Monet quanto per Quayola.

Se per il primo è uno stimolo emotivo al fine della trasposizione della sensazione, nel secondo diventa stimolo meccanico necessario alla camera per la registrazione di un dato che non è emotivo bensì digitale.

Il secondo punto è la necessità di svolgere l’atto creativo en plein air, entrando quindi in contatto con la natura, per interpretarne e tradurne i mutamenti profondi. Nel caso di Monet il luogo deputato alla creazione artistica è il giardino illuminato dal sole in cui l’artista attende e partecipa. Il ruolo si rovescia invece nell’esperienza di carattere immersivo che offre il lavoro di Quayola; non è più il pittore a vivere l’esperienza en plein air, ma il fruitore. Il luogo dei fiori diventa un set di carattere cinematografico in cui le luci sono settate da regimi tecnici.

Ne consegue una terza riflessione, se infatti la tela impressionista racchiude il momento di una precisa atmosfera, Quayola invece elabora una serie di istanti sintetizzandoli digitalmente in un movimento fluido, in cui l’arcano della natura si esprime attraverso quello che chiama dipinto algoritmo.

Cosa condividono dunque questi due processi apparentemente così simili?

Diventa complesso indagare il vero rapporto che intercorre tra di essi. Possiamo affermare che questi fiori condividono un’immagine di fluidità e armonie estetizzanti sebbene le loro radici affondino in terreni differenti. C’è però qualcosa che possiamo affermare con certezza: il lavoro di Quayola è un esempio lampante di quanto il bacino pressoché infinito della storia dell’arte sia ancora linfa generatrice che nutre l’arte contemporanea.

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